Rivista Critica del Socialismo - 11-12 - nov-dic 1899
l'l:\ CElrn ii DOLOUE 1019 ~\~~:;·. che dovrebbe accompa,g·na,re q11cst'11ltim;1 è tra:-:portilln a\Ja Così chi vede la donua r1,mab'1 :-ente p,iacere: n :-!ring-ere :-:o\– ta.nto la. ma.no d'nn;1 donna si può preg-n~tare la Yolnll il dcll',nh– plesso . All'odo re di nn mani ca,rett o. e' è chi ,;i sente ,·enirc l'at– qnoli na. in bocca. A ta.lnni la ,·ista dcli ' oro lncciean te (\H !c Yertigini. In tutti que sti c;1si \;1 sensazione di piacere o di dolore prov– viene dall 'effetto, temuto o spera,to, di qnc\le cose; e i-Oloper 1111a a.ssocia.zione mentnle si connette ali ' impre~sione at.1.1rnle. che .ha una. relazion e piì1 o meno lontana ,co11il :-:odrlisfacimcnio di nn no– stro bisogno. Col perfezionarsi della sensibilità (lnCi-t' ai-socia.zionc cre:-:c: piacere e dolore si vcno-ono sempre piu trn sponendo d;1\lc im– pre ssioni dir ette a.I soddisfaci mento dei bisogn i, al nrnn ienirnento della. ,·ita, alle impre ssion i relative ai sensi estern i. -- fino ;1 che ess i si associa.no direttamente all;1, Yita, di rela zione . alle fim– zioni deg·li orga,ni di senso :::pecifico. Vale a dire, per la not:1. legge della. irn·ersionc del meu o in t :~; rt~~;~ef 1 t~:~\~\ò p~:.e sr;~~~;_i ~PlJ~ct}~~~z\ 1 ~ 11 1 ~ 1 PS~~;) ,~1 1 -~-,::~} summ entovati cess.a d' e:::scrc snfii-idiar in all,1 ,·ita. e diventa 11n vero bisogno. Vedere, udir e ccc. sono un bi:::og·nodell'nmuo. cht' desidera compiere tali fnm~ioni senza e:::pres.sorii:rnanlo n' loro effetti uti li. Chi non 1rnò vedere. chi non può · udir e. prov, 1 nn YCl"O dolore : e chi cs:::endo rima :-:to per qirnlche lt•mp o i11 1111a ~tanzn oscu– ra ritorna ,illa luce . prO\';i una ,;ensazione g-n1de,·0Je. Ugnnn u :-a. qnnn1o si goda, dopo nn int.errnll o di ~olitculi,w. a se11tir pnr– hl.re, a riYedere gl i nsali ogge ll i e a tornar e al1'11:::a1a compng-ni;ì. Chi , tr o,·andosi in paese slrnni crn, ode il :::uono della propria , h).,,cll_a, prova, un pia cere che ras.fiomig·lia a quello che ~i proYa, nel rinbbra cciare nn vecchio amico. Queste considerazio ni s.picgano ht genesi degli ;Jll'ctti- o:-::::ia di quei Yincoli ehe legano non pnre :.di uomin i f'ra loro. mn i:rli uomini alle cose del mondo e:-teriore- vincoli f'n,\1i tutti di rf'mi– niscenze di sem;a.zioni piace\'Oli. L'abi tudine di ,·iYere in nn luogo ci rende caro quel lnog·o per le impr es~ioni cltc Yi :::iconnel1on.o: t,111~0 vero che i luoghi dove pas:-;ammo l' infn.11zi:.1 ci so11O P'.iì cnn , pcrchè· nell'infanzia. le impr e:::sioni :::0110 piÌt 1H10,·c e perciò più vive . E non solta,nto il luogo n<.l tin , ma. i luoghi che ~i :::ono vi– sita.t i lasciano in noi nn desiderio di sè. Og·ni norno che ha d s– suto .per qmtlche tempo in nn paese, e vi lm Ja.<;ciato qu,ilche conoscenza., qu alche memori;), a.ma . ritor narvi. ' Perfiuo dei prig ionieri si sono aOCzionati alle loro celle. Be– ninteso, se le impr essioni di dolore assoc iate nel nn dato luogo sono co:-;i forti da, ca.ucellare q11ç:\le di piacere. noi lo foggiamo. cioè fng·gfamo le impre ssioni dolorose che la vista.di cs:::oriclùama . alla, nostra. mente. Noi fuggiamo, talvolt:·1. la. vista di amic i che ci ricordano una. persona. dcltmh ~ a, noi cani.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy