Rivista Critica del Socialismo - fasc. 10 - ott. 1899
9J-l. ll!VI STA CHITICA nm. ~OC'lALlS)IO 11 ·Labriola scrive: 1) « Marx crede che la. legge dei redditi cresceuli ( della pro- 3~•~,~~}i\~ 1~1·1;~~~~~1l.1t~0,~e\\~1 1f,7~fi~f~Ì~~l:ll~O 1~~1 ql~:~~fort~ 11 ;)1~~~~:.;•i~~ na.lrnentc più gra11de . si applichi ~enza. cccc;.done nel dominio del!' industria - se, infatti, qucsla legge è csatla,, non vi è dubbio che,- essendo data ht ineguaglianza origina.ria della gr;rndezza dei capitali .- la,conccntrazione ca.pitalisl.ica do,,rebbc produi-si. L'au – mento del capitale impiegato, avendo pe1·risultato nna più grnnde pi-odul,li\·ilà del lavoro . la, concenti-azione dei cnpitali sarebbe l'arm:1. più forn1idabile per realizza.re la.lcgg-e sni redditi crescenti. M,t disg-ruziatam ente la lcg·ge dei i-eddiLi crescenti è co11trobi– Ja.nciat:.t dall'azione di un'altra legge , la legge dei redditi decre– scenti, che s'applica sopi-a.tntlo a.l\'ag ricoltura. In fotti noi ::appia mo. secondo una legge anli ea cd ormai indiscutibile 1 che eia.senna unità di capitale incorporata nella terra, dopo che ne furono g-ià ~1~1f~'I~~/;·~ .(~:-~,~:~~]: \~ 1 ~\\t!~;;g S~?,!:◊:·~~//:i 1 /ft;)~~\~~~~1°r~ sdl11ppo dcli' agricoltura,, in causa della domanda crc::ccntc dei prodot~i natnrali. lo SYilllj)PO dcli ' industria ha per effetto di ren– dere più potente la lcg~·c ( ci rcdrlili clccresce11ti. Per conseg-ncnza, ad 1111 certo punt o le au c leggi dehbono equilibrar si reciproca– mente , di g-ui,:.a che la legge dei reddit! crescenti perde la, sua azione nel\' industria. La legge . che la nmpiazz.a. è la lcgg·e elci redditi costnnti. Da questo momento ogni novella ,,pplicazione di capitnli alla industr ia non a1'.me11tn_più la produ tti\'it,à del \a– vorn ». Ne con,:.c.guc, secondo 1\ Labriola, che le piccole e medie ·industrie possono ù verc tranqnill c acc,rnto alla gra11de ìndn::.tria , onde la centra!i:1.zazionc capitalistica non deve piì1 prodnr,:.i. Si s~orge intan to che in par te tale questione veune già trat– tat,i crit1çamcntc quando si esamin ò la tesi del LaLrioJa. sulla. decrescenza del saggio del plt1svalore; e che h) cosi. dett,i « legge dei ,·edditi deCl'esce,iti» lut solta 11to \';liorc e corrisponde alla realtà per dg-nard o ai capitali impiegati nella,produzi one agricola , non HeL~11::.r~;~r? f~n~ì:: · 0 ~·gp~-} 11 i/:iti !~~~if;~ig~~ r::.;.~ 10 (\~i :.~d~:~1 - .costanti ) senza darne menomamentc la ragion e con nno s,·i!uppo teori co corrispondent e. .-\Ila rivoluzione perm<.tncnte dei mezzi dì produzion e, che è la cara.ttcristimt dell'era,c;-1,pitalista, egli sostL– tu isce nient en1eno la. stazionarie tà, l' immobilità dei_processi pro– dutti\'i e quindi della società inlicra , ! Stntna tesi u1Yero 1 Ma es,:unini;tmo pur e più dctta.gliut:.tme11te le consegu enze che ne derivano per la legge sulla centralizzazion e dei capita.li in se– guito alla minor e prodn tth·ità dei cupHa.linuovi applicati ad 1unt stessa quantità di tci-reno. Prendiamo un capitale industrial e, per esempio, di 50 mila lire. Se con questo ca.pitale, coadill\ ·ato d<t una forza operai11di 20 operai, si produc ono duecento metri di panno al giorno, mi pare 1 ) Devcnir Socia!. Decembrc 1898, pag. 909-910.
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