Rivista Critica del Socialismo - fasc. 10 - ott. 1899

LA ,\'UOYA CONCEZIONE DEL $OCIAL1$}1O 901 meglio accertata. Se è Cosi, come suppor re che nelle società av– venire si a.v,·eri un brusco ritorno al passato~ Siffatta ipotesi è in,Terosimile. ~è le ragion i, che l'Autore addncc in fa,·ore di.tale regresso, sono giuste. Si considera lo Stalo come l' anlago11ista dcli' indi– viduo e Ri crede che ·il primo non possa. svil11p1mrsi elfo a d,,nno del secondo. Xicnte di pit't artefa.tto di questo preteso antagoni– smo. di cfli ~lcrlino ha avuto torto di togliere ad imprestito l'idea dagli economisti ortodossi. La. YCrità è che lo Stato è stato ben 1;~u~~~~ ~ 1 01 1 i~~~~~,~~~~ ~~ 11 #:.~~~.~ 1 t~ 0 i• 1 ~j !~ì~io c~1:ia g~lil;~;)~a p~1 1 ;~ ticolari e locali che tendc, 1 ano ad assorbirlo, famiglia, città, cor– porazione, ecc. L'Jndiviclnali smo ha.progr edito nella storia insieme con lo Slatisrno. Xon dico che lo Stato non possa divenire (lispo– tico e op1>ressore. Come tut.lc le forze della natura . se esso non è limitaio da ne:<snna potenza collcttiYa, che lo contiene. cs:<osi SYih1ppcn'Ioltre mi:.nra e diverrà a sua volta una minaccia per le libertà individiulli. Donde segue che la forza sociale che è in es:-::o deY'csscrc neutralizzata da altre forze sociali, che le facciano contrappeso. Se i gruppi :.ccondarii sono facilmente tirannici, quando la loro azione non è moderata. da q11clhtdello 8lato, vi•• cever sa quella dello Stato, per reslarc nornrnl e, dev'essere mode– rata, a :.ua volta. Il mezzo di arrinire a questo risultato è che vi siano nella società, al di fuori dello Stato, bcnchè sollomesse alla sua influeuza, de' gruppi piÌI ri: <tret.ti( non impor ta. dire qui se tcrritorinli o professionali ) , ma fortcmc11tc costit uiti e dotati d' una indiYidualità e d'una autonomia sufficiente perehè si pos– sano opj>OtTC alle usurpazio ni del potere centrale. Ciò che libera, l' indi,·il 110 non è la soppres:-ione di qualsiasi centro regolatore, ma 111 loro moltiplicazione, pur chè questi centri multipli siano coordinati e subord inati gli 1wi ngli altri. S'intende facilmente che questo errore fondamentale inficìi tutto il sistema proposto da .\[crlino, perch è esso in fondo riesce a disconoscere la natura vera e la funzio11e della disciplina so– ciale, cioè di ciò che costitnisce il nodo ,,Hale della Yila collet– tinl. Quindi la società, di cui egli ci lraccia il piano ha non so che di essenzialmente fanlasmugorico e floscio. Jl Sociali:-mo, 1,er rin 11ovinsi e progredire, non deYe solla11to sott rarsi all' os– sessione esclusiva della questione operaia e abbracciare il ma.– le.e.sere·attuale in tulta. la sua. estcnsioue: cs:<odern nnchc libe– rar::;idalln tende nza anar chica che ha alternto le concezioni dei tl1~ 1 ag;\ 1 :1 1 :tiizl~i°'~j~\~~!;.r:t~:° Cd;~·.~lpr:~~~c•:,i~~ ;~iimic;,~ 1 :1~·en n: società, se essa non ha nn organo e si sdlnppa. con lo sviluppo dell'organo stc:<so. Lungi dal credere che la funzione morale dello Slalo ::;tiaper chiudcr:-i, noi crediamo che e.-=.sa non farà che accrescersi sempre più. Xon che noi intendiamo con ciò giustificare ciò che ~lcrlrno addimanda • ::.:ocialismo conser\'al orc >. Perch è è ben eYidente che lo Rtato non potrà essere al\' altezzn dc' còmpiti, che lo at-

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