Rivista Critica del Socialismo - fasc. 10 - ott. 1899
LA ~UOVA co:-.CliZJO!st DEL SOCIALH:L\10 899 Tutto ciò che esso può e de,·c fare, è di ;1mminiRtn1rei pro– vdi a,ffari, e qu indi t11tto il Risteurn govC'rnativo deve cedel'C il J)OSto ad un'Amministrazione degli ntfari pubblici. O piuttosto. siccome gl'iutcrCRRisociali sollo di specie molto di,·cl'f-:e. ::.iccome ncs:,:;uno ha, In capacità ncceRf-:<Hia ml arnmini- ~~:-~· .~~1~:t~i ,;~-~l~~~<~ ~, ~\a~'.~/';}~!~~ ~:!1t, 1?,~i\~i ~~:~i~.-s~ 1 \~~~ comprendiamo be11c il pcnRicro dell'autore , uon vi sarebbero che ~ruppi di hn•oratori , grandi rum:ioni collclli, ·c. Ciò nondimeno oa cc1ti bran i dcli' opera (pa,$', 189) Rembrcrcbbc che la base di qnesta organb:zazionc ammi n1Rtrativa Rarebbe territoriale. J~orse si crede che, le dne specie di organizza zioni funzionerebbe ro con– temporaneamente. Queste divcr::.e :\mrninistr11zionisarebbero .lor– i.nate sul modello delle A:-:socrnzioniCooperative di produzione {pag·. l!)i ): i membri di eR:-1c verrebbero scelti fra, i conconenti che mostraRl-iCl'O maggior capacil11: e Rceglierebbero a loro ,·olta i loro direttori tecnici e i loro amminiRtraLori. ~i prende rebbero le debite cautele per rendere effettin1 la loro respunRabìlità: perchè una delle piaghe del sistema attuale è l'irresponRabilità de' fun– zionari i. sopratutto dc' fnnzionarii elettiYi. Urge rare penet rare l'idea di giustiz ia nel dominio della vita pubblica (p:ig. 198}. 1Jueste .-\mmini:-tmzioni auto nome sarebbero collegale fra. b O ~~~r~:-~~ 1 ~~ ~ 11 b~\ 1~~~i~::i1 1 :f'rlde~·1~:~fi) 1 ~'~bn~plf~ 11 a~rt~ 11 ~\,f~f1:~· : btè 911ello d_iamminist,rare g'i'inte1·cRsicomuni a pii'1g-rnppi o a, Lutti I gT UJ}J)I. )la queste Conunis::.ioni. a, loro Yolta. non ::::;Hcbbcro che am– :mini:,trati,·e. ~on Yi sarebbe . in 11ess11n caso, un Corpo lcgisla- ;;;~ i ~:.~ 1 ;~tb~ ~ti~l~o::;~tf ~-~ 1 ~! 0 Rg e;;~~~<l?~,\tcf11t~ i I ~.1 1 V~~~~1~~:~e~~ tecnica sarebbe deliberata da ciascun grnppo intere:-sato e le que– stion i di ordine generale :sarebbero risolute o dalla collcUh·ità stessa . se essa non è troppo numerosa. o d,1 Commil-isioni prov- ~!;~\\~ ~-g~~~n:n!~;~tt;i ~:\, g !~~t:~J;~;1\i,~~fgi;~ Ut~:l J;J~i. a\:\ ~~: mi che legifererebbero ciascuno per sè, e non si 1-iunircbbcro in a-ssemblec comuni che f'.Ceondo le necc.o:sithe in cal-iideterminati. ~e si può ritenere ch0 hL doc11ment1lzi1medi questo libro è alquanto scarsa, che l'arg·omcntazionc ne è principalmente dia.– lettica, che le autorità citate e discusse sono alcune volte assai poco RCientifiche (vedi r,:.pccialmentel'importanza attribuila alla teoria di Tolstoì sul go,·erno. pagg. 19-30), non si può non applau – dire abbastanza (scriYe sempre il prof. Durkheim ) allo sforzo che fa l'autore di sgomb rare il ~ocia!Jsmo da dottrine di oµ;ni ~pecie, che oggidì non sono piì1 per esRoche degli im,J>ediHte,1ti. Sarebbe sopratutto un progresso conRiderevole, del quale tutti :-:i an·au– tagge rcbbcro, se il Sociali:-mo rinunciasse infine a coufondcre la questione sociale con la questio ne operaia. La prima comprende la. Rcconda, ma la supera-. Jl malessere, di cui noi soffriamo, non è localizzato in nna classe determinata-; esso ègeneralc in tutta l'este nsione della società. Esso colpisce i padroni cosi come gli
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