Rivista Critica del Socialismo - fasc. 10 - ott. 1899
898 Rl\'J!'-TA CIHTIC;\ DEL !'-OCIALIS:'110 questa, impresa, contraddittoria è stata tentata dal ~oeia\ismo della caàcdra .. che si potrebbe anche chiamare il Soc1ali.smo conser– rntorc . 11011 meno impotente del suo antagonista .. 1\ Socialismo rivol11r.iona rio, ma per ragioni opposte. Per introdnne nelle nostre societì! nn' po' più di. giustizia. retr ibu tiY<1e distributh ·a. per rend ere l' in<li\·iduo più ILbero. non è necessario sconYolgcrc da cima, a, lòndo il sistema completo del 11ossesso, della prod1ndo11ee dei cambi i. Chccchè si faccia, non_si pot.rà mai abolire {intera mente ) il possesso prin:it o ;_ pe'.·chè n è nel possesso qualche cosa di pel'::;onalc (pag. 86) e l' mch\'idnalità del poss~so trae dietro a sè quella della produzione. Quindi non y ' è ragio11c pcrchè il regime dello sfruttament o printto no11possa essere modificato in modo da l'Cndere i cambii suflicientementc equi: basta. Ol'ganizzarlo .in g-11isada, re11dereimpossibili i mono– poli. i\lerlino opim1che si arri, ·ercbbe a questo nsnllato coi mezzi seg uenti: 1° Il suolo, i grandi mezzi di produzi one, di traspo rto e di distribuzione sarebbero posseduti dalla collelt h·Wi.: :io.~a c?llettiYità e.serciterebbc dirctrnmcnte le indnstriq più suscettibili di monopoli1 importanti , ma soltanto quelle. Per le altre, l' iniziaUva della produ zione e del cambio sare bbe lasciata ag-1' i11dividni e alle associa.zion_i private. Sarebbe la concorrenza quella che deciderebbe in qn.ah ma11ii-arebbcro rime:::si gli strn– rncrili di laYoro; la collettintà li cederebbe a clii ne offrisse le migliori condizioni. Con questo mezzo i più capaci ::;i designe – rebbero da, sè ste:::si; nou si anebbe che a stabilire norme di det– tagli o per a::sicurare l' impa.rzia,Jilà delle concessioni, ecc. D'altra, par te, pagando i concessionarii una l'endita. alla. collettività , il supero della prod11zio11e che deri, •a,dalla incg·u:1g·lianza delle con– <lizioni na.tt ~rali, a_ndrebbe a, vanta.ggio, non degl' indi,·idni , ma. della collett1viià. E così sa.rebbe ostru ita questa sorgente di ine– guaglianze; 3° .)la, percbè l'eguaglianza iniziale fosse reale, la. società assicure rebbe a tutt' i suoi membri i mezzi di istruir si e di lavo– rar e. Jnoltre, per. spirito di solidari età. ess,1fornirçbbe loro gra.– tuitamentc taluni g·odimcnti e verrebbe in aiu to ag-1~incapa ci. Sotto nn tal sistema, si avrebbe dnnq1ie una gestiontprir,ata delle indnstr.ie, perchè, una. volta, che avessero pagata la rendita, alla collettintà, g-l'indiYidu1 e le associazion i avrebbero il I)ieno god imento dei prodotti del loro Ia,-oro. potrebbero cambiarli a, ~~~ t~·~/~,\tstl~~-,~;~~•c1l~e1rc~~~ft~~f~ 1 Er~i~~i~ebb: ~~:~;~b~o~~~: lizzato. Si obbietterà che però la collctti\"ità ,tvrebbe un ascen– dente molto pericoloso per l' indiv iduo e per le sue libertà . Ma. l'auto re crede sfuggire a questo incom·eniente per il modo on– d'cgli concepisce l'organizzar.ione politica d'umt tale società . Questa concezione è teoricamente anarchica {pag.195). Gl'in– dividui non debbono essere sottopbst,i ad alcun dominio nè da parte d'un individu o, nè d;1parte d'una classe, nè da part e d'un partito . « Nessun potere governati, 1 0. li popolo non può regnare sul popolo ».
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy