Rivista Critica del Socialismo - fasc 9 - set. 1899

POI.IOIIC ..\ )IIC\IMA 819 D' a!Lra parte i cooperatori non sono 1 in principio, dei capi– ta.listi. Il dc 13ogneha ricordalo, 11el\'Jt11uwcipc1tion, che in Inghilterra" i! 2. % soltanto dei cooperatori pagano\' imposta sul reddito; vale a dire il 98 % dei cooperatori i11g-lesi - la qua si totalità •--hanno 11n reddito annno inferiore a L Ji50. C. Cornelissen obbietterù che il possesso d' nn' a:àonc trusforma un operaio in capitalista . Am– mettiamolo. Nel caso, che gli Statuti concedano un interesse al ~i~P~~a1;~edo,[~ ~ (ie 1 ~ftt~[:r:e df!:~1' °~~\C:idf lg {{~11i1~i:tJ~ 8 t ~,;i .-.. all'anno, 20 cent. al mese! Se il coopcnttore possiede 10 a– :t.ioni(:1mmcttendo che ciò sia permesso dttllo Statuto ). egli risc uo– terà L. 2i'i l'anno, L. 2 al mese, 7 cent. al giorno! )la siccome Cornclisscn è un anarchico ideologo, egli deve certamente credere alla, famosa legge di òro,tzo dei salotii. e. se è cosi, io non vcggo come mai egli potrebb e soste nere l' ipotesi d'un operaio che economizzi 500 lire. Secondo il mio egregio contraddittore, il 1 1 ,·nclr-System deve intnJ\cìa!·e il cammino alla coop_era.zionc. La storia del movimento eooperatt,·o inglese c'Insegna al contrario che, se la legge è sl:tt.a impotente a sopprimere il 1'r1111ck-8yste,n. la Coopen1,zione lo ha fatto sparire. Ua. bisogna convenirne. gli operni ingle.<:.invece di essere rirnluzionarii a pa.role. furono rivol11ziom1riia fatti. I loro padroni volevano sfrullarli Yendendo loro !e mercanzie: con l:1 Cooperazione . e::-:::-,i cHvennero i mercanti di f:è medesimi. li Cor– nelissen cred'eglL sci·ùwie;ite. che nomini . incapaci di liberarsi un pò da'loro sfruttatori, sarebbero capnci di imporre loro nna, società anarchica ·( Cornelissen constaU.1che gli opera.i sono per lo più incapaci di ammini~tn.tre le loro CooperatiYe. Egli potrebbe mnoYere lo ~tesso rimprovero a molli capila\if:t.i. Tutt' i giorni. dei comme r– cianti. deg!' industriali, falliscono. Lcroy-Beanlien calcola,che per ogui int ra.presit commerciale o industriale che riesce a bene , quattro vanno a ma.le . Perchè i difetti degli uni non si verifiche• rebbero anche negli altri i perchè i poveri cooperatori donebbcro sa.per far meglio i loro affari . dei ricchl capitalisti 1 Pure la proporzione delle aziende, che falli~cono, è meno considereYole per ~e~~ 0 x1~l~}~,i;i~nc specialmente, spesso manca (L qnestc 1'11})– poggio delle Società Operaie: e ciò 110n depone a favore delle :--ocietà Operaie. Jl Corne\i,isen nou fa mostra di generosità ri– conlando il fatto; perchè eg-limedesimo . che è per l'org·anizznzione operai:,, si udopera di allontanare questa dalla cooperazione . Del resto se !e Cooperath·e attuali hanno difettt - grandi tnlvolt11- ('ornelissen non ha che a fondarne altre perfette. Ciò no11ci dispiacerà . .Ma se, com'cgli atfonna leggiermente, gli operai sono incnpaci di amministrnrc delle CoopcratiYe, come mai potrebbero t>ssidomani assicmare la vita di una società anarchica , - in cui gli uomini do-rrrebòuo 1ieccs:,·r,rùnne,1te ssere di una grancle elevatezz a intellettuale e morale'? Io non discuterò con Cornclisse n la favola delle Cooperative

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