Rivista Critica del Socialismo - fasc 9 - set. 1899
SCHIZZO D'c:-so sn :rno Sl;LLO STATO 799 Deville dà, ne' suoi Principes socialistes, u,rn teoria molto più s'?ria. di quella di Lafargne:. le sne idee sono quel~e della gran– dts!3imamag-gioran1.adei socialisti attiia,Ji.Egli definisce lo Stuto 1 ): « il potere pubblico ùi correzione che· la divisione in classi creo e -mantiene nelle società umane e che, disponendo della forza, fa la legge e percepisce le i1~1poste. » In questa ,definizione s1 trova,un'affermazione importantissima, sull'origine e sulla can~a dell'esi~tenza dello St,ato; aff'ermazione. che è entrata nella, letten1lara socialistica. senza, che mai si sia tentato di darne una seria dimostnl-zione; generalmente quelli, che la ripetono, si fanno forti di ciò che ~lorgan ha :=;crittoin– torno alle famig!Le selvagge; lll<L ciò HOn pron1 niente nffatto. Tutti ammet tono che lo Sta,to non ha preso i caratteri es::;cn– ziali, che i sociologi gli attribuiscono, se non che-nelle società ~l)o~~l;t~:~i:r:~:~~ 1 f ;~~e J:;\~fòè ~\E~~fid;~~l- 1 ~1:: ~~~~st~iffst:~/~~: ziazionc crc:t lo Stato c'è un abi::;so.2'on si pnò con eg-ual ragione ::;ostencre che le differenze di classe sono state prodotte dalla forza, dappoichè Ri Yed?, in qn~lsi tutti i paesi. lo Stato agire per (!PPl"imcre g-Ji 11ommi lib~ri e conseg·n,u\i a,11' aristocrnzia '1 Le d1fforenziazioni hanno servito al progresso dello Stato, qnesto ha ::;en·ito al progre:=;sodelle differenziazioni; è il caso di ripetere con R Croce: ') « Si rifletta per 1111 momento che la tesi di Eng-els: « la forza protegge. mn non cansu lo sfruttamento», potrebbe precisamente inveriir::;i ne\l' altra che, « la forzn cansa lo ::;fruttamento, ma l'interes se economico la protegge; e ciò pel noto J)l"incipio del– l'interdipendenza e concorrenza dei fattori sociali.» :{on si tratta qui d'una semplice quisquilia meta.fisica; infatti i socinlisti deducono dalla loro definizione dello Stato che si può concepire In riforma sociale in due tempi: a,·nnti tutto la dispa– l'izioue delle c\a::;si, poi la di::;parizione della, forza organizzata dello ~rnto. Questa concezione del moYimento storico futnro è in contraddizione con tutto ciò che noi po!3s.iamodesumere dall'espe– rienza del pnssato: non è quando le classi 'sono state fortemente e solidamente ::;ep;)rateda un lungo proce:-.sostorico che lo Stato è 1u,toper 1rndelibetfl(O P?·oposito, ed esso non potrebhc neppurt? spa– rire d'un tratto per deliberazione del popolo meglio illuminato cd emancipato . Questo modo di concepire delle trasforma ,zioni a brn ::;chisalti. con !' introduzione o con la soppressione di prin– cipi i che :=;organosubitamente nella loro piena maturità~ è ad nn tempo contrario alla dottrinu dcli' interdipendenza e ali' idc_a, moderna dell'e,·o\uzione. Si comprende facilmente che questo modo di rng·ionare sia venuto fuori dall' hegelianismo, che di,·iden1 hl storia in periodi perfettamente distinti come le epoche g·eologichc 'I 'J
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