Rivista Critica del Socialismo - fasc 9 - set. 1899

78G RJ\"ISTA C!HTJ('A llE L :C:O('J_,\l.l.'•'\10 in cuor loro, e dichiarnno cltc ne farebbero ammr !lO \·olcntieri: ma eia~cnno aspl'tta chr l'altro co111i11ci: finchè nou si g-inng·a :id Hll pnnto. in cui non ~i pnò più andnre inmrnzi . ..\ qu('slo l'strcmo in lt11\ia si è arri\ ·at i: e nf'l .:\lezzog iorno. e ri "\"11polin ispecie , la corruzione politico-:unministrntiYa dopo a,cr adrlcutat o tutto quello clw pote,·:, ud<lcnlHl'C- Mnnicipii. Pro,·inci c . 0J)cre pie . - è oramai ridott:1 a Yi\·crt' di espedienti auchici. disperati. che so110 Jl<'r cof:.ìdire, i snoi e~tremi nncliti. li p11esc. ehc parcnt _TJCr \' addi_ctro co,rniYentc. od alme110 inditlC– rc11tc. fa ora sforzi manifesti J)er libenirsl'ne. E ccrtam e11tr \'1mico modo di ,·i11ccrc la corrnzio lle politica. l'affinisrno, l'ns11ra, è quello di d:trc opera al \aYoro ntile. Segue pe1:ciò che q11C'll_o ehe si ha a fare ,1 :ù1poli ~ia impiantare indn – stne con s11ssiJ1i g-on:;rn;1tiYiI ~on mi pare. c non riesco a cnpirc come 1rn socialista po:::sa l'S:--crsi folto l'COdrl motto di Guizot: ,1rricehiarnoc:i!-parafra:::.,1ndolo co:,:ì: ,1nicchiamo la 'Borghe:::ia! Già syilnppare ];1 g-rnndc indn:::tria non è il còmpito d' 1111 Go, -rrno. E g-rnn che ,;e q111•:sto tolga gl' impedimenti, che es::-:.o :::tes:-oha, po:-:to, allo 8-Yilnppo dell'economia nazionale. ~11:ssir\iarc ,le' capita\i::;.ti, perchè s'imposses$]no dell' ..\rsen;1\e gow)rnati \·o d·i l\"apoli, e lo faeciuno sfrnlt:trf' a proprio beneficio. e siano poi i11dotti ad i11trnprcuderc anche eostrm:ioni 1rnYnliper conto di pr1- vati. mi prirc che :-:ia rircten•_l'~rrorc dello appalto delle ferro,,. e Mn g-urentia di nn reddito rnrn1mo. Anche allora si diceni che io /:stato dc.n·a una spinta a!l'imlnstria prin1t:1. \11 qnale poi aHebbc an1to intcres~c a SYilupparc il traffico: il ri:e:.ultato è stato che molte fcrroYil' non ;,;i ;,;on dato pnnto la pena di nccrcsccre il pro– pl'io traffico . ma hanno d;-;suto e vivono sulla garcntia chilome– triccì govcnrntirn . J,'Ar:::.cn.ile donrhbc di, ·cntarc il centro di un sistema gn1ndc indnstriale napolC'tano _? l o non ho prrg-ind1zii contro la grande indnstria. Credo che gli operai. pa~SHT)dOdnlla picco l1r""alla gra11de indn:-:tria, _mig-liO– ririo le loro cond1zio.ni di larnl'O e di Yita e acquistino l'abito della solidarietà e, a conti fatti, ~e :::.ono bcu e nniti. accre:::.cano anche la propria indipr11dcnzn,ycrchè il viccolo artigiano dipe:iùe 1,pesso dal consnnrntorc, da c.nt ricc\·c l'incm'ico del lavoro. più s1rc11;)– mcnte che nn operaio d'officina dal sno capo-l'abbri!!a o dal pa– drone. J1cr lo meno, la dipcrnlcnza dell'operaio di fabbrica è limitata alle ore di lavoro: mentre l'operaio, che sta da sè, è :-:pe:::.so di– pend ente dnl s(qnore, e dal\' intero ceto dei signori, specie nelle piccole loc,ilità, in tntt'i mo~ncnti della sna Yita. ]~;nna dipendenza meno appnrente. ma. effctt1Y;1. C'iò non o,:;.tante, il piccolo artigia,io indipcndent.f' lrn una forte ripngnnnzn 11 di,rnirf' opernio di fabbrica. A Napoli il numero degli artigiani indipendenti è ,:;.frabocc_hcYolc. Chi percorre le dc interne, i ,,icoli pi11 nascosti e qua:::.i inac('cs:::.ihili. \·edc dapper– tutto l'artigiano napoletano (calzoh1io, tapczzicre, folcg·nnme. cap – pellaio ccc.) \aYorare in botteg·he eh~ sen·ono al tcfupo stesso allo nlloggio della ::;.unfamiglia. Le condizioni igieniche :::.onoorribil i:

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