Rivista Critica del Socialismo - fasc 8 - ago. 1899
tiD8 lil\ 'LSl'A CRITICA n:~i. .'lOCIALl.'UIO La storir~ci dà. eselllpii tipici di giudici degenerati - come il Jeffries nell'fnghiltc n-a, lo Speciale a !\n.poli, il Gar_y negli Stnti Uniti e k'tnti altri. 11 Manzoni, parlando del processo degli untori di Milano, nel quale i ni:1gistr.1ti prima. faceva.no cadere in cont raddizione gli ac– cusati e poi li sottoponern no alla tortura ver estorcere da e!:'siconfe sioni fo.l='le, dice : ( Dio :-:olohn, potuto distinguere qual piit, qun l meno tra que– ste ragioni abbia dorninnto nel cuore di quei giudic i e soggiogato le l<ìl'Ovoloutà : se la rabbia contro pericoli oscuri che, impar.iente di trovnr c un oggett o, afferrava quello che le veniva messo damnti: che a,ern. ricevuto nna notizia desiderata e non Yoleva trovarla falM; ave"a detto : finalmmte ! e non 1•olev:1 dire: siam da capo; la rabbia re~a spietata da una lunga paur:1, e iliwntatn . oilio e pnntigliQ contro gli sventurati clic eercavan oi l'lfu/!girle di mano; o il timor di mancare a un'nspettativa genem !e, altretta nto sicura quanto avventata. <li parer meno nUilise SCOJ)rivano degl"innocenti , di 1'olfru•cont ro di sè I(• grida rlella moltitucline, col non ascoltai-le: il timore di gravi pubblici nwli, che ne potessero a1'venire; timore di men turp e apparenza, ma ugualmente perverso, e non men mi– serabile, qua ndo sotte 11h'a al timore, Yeramente nobile e wm:imente sapient e, di commette r l'ingiustizia - Dio solo J,a potuto veclere se quei magistrati, trovando i colpevoli di Ull delitto clie non c·ern, ma che si vole\'fl, furon pill complici o ministri cl"ulla moltitudin e che accecata, non dnll'ignonrnz a, ma dalla rualignih\ e dal furore , viol:1.v::1, con quelle grida i precetti piil positi,,j dl'lla le/!1!0 divina. di cui si rnnt. 'l.va seguace. J\la la rne11zogna, l'a buso del potere, l:1. violazione delle leggi e delle regole più. note e ricernte. l'::idoprnr doppio pe!'IOe doppia misura, son cose che si possono riconoscere anch e dii.gli uomini negli att i umani; e riconosciute, nou si possonn riferil'e ad nitro che a passioni pen'ertitrici della volontà; nè, per ispiegar gli atti mate rialmente iniqui di quel gindizio, ,;e ne po– trebhe trovar di pili naturali e men tristi, che quella r:1.bbiae quel timol'e >. Fal'inacio (citato dal Veni, Osservazioni sulla fo,-fura § VHT), parlando dei snoi tempi as.o;erisce che i giudici, per il diletto cbe provtn'ano nel tormentar e i rei, inrnntavano nno\·e specie di tor – menti, Ccco11e le parole: Jwlie es, qui propicr delcclaiùmf'm, quam habent forqaendi reos, im:e11i11nt 1wi:as formentormn species • ( l ). Il "Manzoni, riferendo questa citazione del Verri, aggiunge (uella 8toria della Colonna Infame): « Le parole stesse trasc ritte qui PO– pra quel dottore le prende da uno già. antico, Francesco dal Bruno, il quale le cita come d"uno più antico an cora, Ange lo d' Arezzo, cou alt re gravi e forti ragioni che diamo qui tradott e: giudici, ar- (l J Frane. a Bruno, D,: j,uliGii:, et to1·fllra, parte II , qnest. II , 7J.
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