Rivista Critica del Socialismo - fasc 7 - lug. 1899
BIBI.IOGIUFIA 669 bra ohe peoohi quanto alle !Ul.lTo'ZiORi, cl1e,,mancando spesso di controllo e prove positive, possono n:r lmente hlsciare più scettici di prima, nè sap – piamo perchè l' A., ohe pure vorrebbe mantenersi obbiett ivo, 1<ocetti la teorica del Figuier, eio~ non altro che una metempsioosi a tinte meno forti, Il vero è ohe, sebbene il prol>lema posto sia importantissimo, la psi– cologia della morte , come scrive il Ferre ro nella Revue Scif>nlifique , è tutta da creare . Della. telepatia, ohe non ha sinora data una teoria acoottabile, tanto più che gli esperimenta.tori non si SOFIO our1<tiche di raunare un certo numero d'esperienze, l' A. ottimamente mostra i suoi rapporti 1wlla storia, colla sociologia, e specia!tnente eolla biologia: non sappiamo però con quanto fondament.o scientifico l' A. sembra. ohe accetti la sopravvi • venza d'u no degli elementi costitutivi del corpo, e fa.c~iasue certe con• siderazioui morali· sul positivismo, che sono già stat.e completament.e sfatate dallo Spencer, dal Fouillèe, dal ,vundat , dall' Ardigò, per non dire che de' migliori. In vero molte esperienze e molte pai;;-inedi questi volumetti meritereb– bero un pi\1 oculato esame e molte ipotesi non luumo assolu tamente veste scientifica : ogni scienza, si sa, ha i suoi feriti ed i su0i ceduti. Ma è questa ragione di nega.re, come fanno alcuni ostinati, addirittura que– sti fatti? Chi li nega , scrisse ottimamente Cesai·e LombroSo ohe vantan– dosi dei fatti schiavo si converti alle esperienze medianiche, o si rifiuta di esaminarli prima di negarli, opera come chi, rifiutandosi di adoperare il microscopio, tenta negare l'esistenza dei microbi lMrchè non li vede ad occhio nudo. G. C,\l\'ANO Antonio Fogazzar o - /Jiscflrsi - Ed. Cogliati, Milano, 1898. Questo volumetto si potrebbe dividere iu tre parti: nella prima sono raoooìti i discorsi ohe tratteggiaoo la figura del poeta vicentino, Giacomo Z&nella i nella seconda quelli intorno al mite filosofo di Rovereto, Antoniv Rosmini i nella terna alo11nidiscorsi d'indole varia ohe rispecchiano più o meno le tèndenze neo-spiritooliste del Fo~zzaro. Diciamo discorsi, ma vi a'acoompaguano pure due scritti, che già videro la luce, anni sono, sulla N11ova Anta16gia. Dello Zanelia - il poeta dei moderati - e del Rosmini - il filosofo degli spiritualisti - Antonio :Fogazzaro non poteva nor: essere caldo ammi– ratore. Che cosa t.eutò lo Zanella in poesia? Nelle poesie dell'abate Zanella, scrisse G. Cllrduooi, gli aooordi e le conciliazioni fra la ricerca scientifica e !'1:1-utul"itii. del dogma, fra il pensiero mpderno e l'eternità della fede, fra il sentimento nuovo e irrequieto e le regole dell'arte tradizionale erano inge– uua.meute, sinceramente, oaudidamente, proseguite , volute, credme raggiun – gere. E ohe cosa volle il Rosmini nella filosofia? Nel suo pensiero, scrive lo ste!>SoFog~zzaro, l'a rag ione segue e precede la_fede alternativamente, for•
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