Rivista Critica del Socialismo - fasc 7 - lug. 1899

RIVISTA DEI l'ERIODI CI 6.57 glianza di trattamento. La sle-~$a medicina non vK-leper coloro ohe sono affetti dallo stesso morbo •· Nè meno bene pro.~egue indicando quale dovrà essere il la•,oro avvenire, sinora non compiuto, perchè l'ir,dolenza egoistica del nord non è stata meno deplorevole dell'apatia fenomeMle del Mez– zogiorno. Achille Loria, pm· ritenendo ohe l'Italia del Settentrione presenti tut– tora quei lineamenti tumu\1-.uosi ed asimmetrici, propri di una oivi\t;à arre– trata, riconosce il dislivello nelle due parti d'Italia. Qual'è la. causa di questa forte disformità? L' A., mentre scarta tutte le spiegazioni storiche ed etniche e vi si scaglia contro perehè , egli dioe, attribuiscono il fatto a. cagioni che sono a lor volta !.I risultato di oause anteriori e pii1 profonde, ne dà una spiegazione semplicista quanto mai, oioè la soa.rsa popolazione del Mezzogiorno. Qual rimedio, si dovrebbe, secondo il Loria, rigenerare an1 &itutt.ol' agricoltura meridionale, arrecandole una vena feconda di ca– pitale, d'intelligenza, d'iniziat~va e sollecitare la forma2:ione di solide indu – strie, la cost_ruzione di nuove vie di -comunicazione, la creazione di sb,-.oohi nuovi e fecondi. Giovanni Afarehesini, il giova.ne e valoroso filosofo moralista, si limita a. formulare il principio fmtdamentale e costante della civilizzazione presso qualunque popolo. Noi, tralasciando il lungo ragiona.mento un po' astratto - specie" quando parla delle due forme di eriminalit;à e del grad o ideale di civilt.à - del .Marchesini, 1-1e diamo la oonolusione : é civile quel popolo nel quale il bene, o l'utile razionalmente inteso, è una vera e propria fi– nalità storica. e immanente, un bisogno ohe si va progressivamente appa– ~ando, una meta a cui il popolo stesso, per il suo potere morale e politico si va sempre più fiduciosamente accostando •· Epperò l'A., pure ammet– tendo che la struttnra mora.le e sociale del Mezzo~iorno rammenti tempi primitivi, si domanda. se la cos;::ienz.a.stessa. dell'inferiorità non sia tale stimolo al risveglio all'azione da doversi considerare come sintomo d'un vero progresse elvile. Coerentemente alle sue idee, l'A., vorrebbe ohe si i-endesse pili inten sa nelle regioni meridionali l'energia psichica del volere : un popolo ohe non ~ente. scrive benissimo il Marchesini, la potenzi11lità delle proprie energie ha ve~amente subito, nel oammino della civiltà, un arresto di sviluppo. llerum scriplor raccoglie in questa formola fondamentale la differenza fra l'Italia settentrionah: e meridionale : centro della vita politica., econo– mica ed intellettuale è nell'Italia settentrionale la borghesia industria.le; centro della vita pubblica nell'Italia meridionale è, in mancanza di una borghesia moderna , la grande possidenza fondiaria medievale. L'Italia me– ridionale , secondo l'A., non ha rngginnto quella settentrionale per due cagioni: 1° e!'sa ha dovuto mettersi in moto da un punto di pai·tenza molto più arreti:a.to dell'Italia settentr ionale; 2" il progresso ha dovuto e deve lottare non solo ,xin tutte le forze conservatrici locali, ma anche oon le condir.ioni disastrose fatte a.ll' Itnlin meridionale dnll'aecentramento finanziario ed amministrativo dell'Italia mona.rcbioa. Appositamente trala – sciando la parte, diciamo cosi, polemica, dello scritto, in cui l'A. combatte l'influenza della ra2za nello svilu ppo della oiviltà, riferiamo con le sue 6.

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