Rivista Critica del Socialismo - fasc 7 - lug. 1899

612 Rlrt:5TA CRITICA DE[, SOCIAf.1S110 E profittando di queste scissioni inteme della borghesia ohe il prole– letariatò si è assicurato parecchi vantaggi sul campo politico e sociale. Nè oiò rinnega o contraddice al fatto storico 1ella lotta di olasse. Altro è dire ehe il proletariato abbia una fisouomia, una funzione sua propria, interessi snui proprii da fa1· prevalere: altro è dire ohe debba ri– nunziare ad avvalersi di tutto quanto, cons1pevolmente e inconsapevol– mente. possa aiutarlo a raggiungere il suo scopo. Da ehe mondo è mondo, è stato sempre ritenuto il miglior politico quello ehe ha fatto eonvergere tutte le sue forze soeiali al trionfo della sua causa. A quest'articolo del Ciccotti ha fatto seguito, nella Propaganda, la lettera seguente, che per avventura comincia di là, dove I\J)– punto il Ciccotti finisce. Curi amici, Voi interrog-ate intorno alla funzione, che deve avere nell'ora presente e nel Mezzogiorno d'Italia il partito Socialista. Io credo utile, rispondendo, rifarmi da capo e cominciare a stabilire bene quale sia la funzione del partito Socinlista. in genende. E mi pare che non pllssa essere se non quella di preparare nelle coscienze e nei fatti l'avvenimento della società ,iocialistica. E siccome la ca– mtteristica òi questa f:Ocieb1 è che 11011 Yisiano, come nella pre– sente, notevoli iuegnnglianze di coi1di1-:ioni,ma gh uomini vi si tro– vino affratellati nella prosecuzione degl'interessi comuni, così un pflrt,ito socialista dern cominciare dal fondere in sè l'ltesso in un bloc.:-ouomini pronenienti da dassi diverse, formare in essi la co– sc1enz;tdegl'interes~i comuni, e costituire per tal modo il nucleo primo della nuorn umanit-\. - Niente n.ffa.tto,dico110i mnrxisti: il partito socialisL'tdeve rap– prei.eut:tre esclusivamente In. classe operaia. Jia. fusione avverrà, ma più tardi! e in qnesto modo: un bel giorno la classe operaia, so– uapp<mendol'li alle nitre, plasmerà di sè la societ:l.intera , scioglierà., abolir:\ le clas.c;ii vinte, ne incorporerà gl'individui e generaliu:erà le condizioni della propria esistenza, che sono il lavoro assiduo, la ri– còmpensa propor1,ionale al lavoro, la manca.nza di proprietà indi– viduale de' mezzi di produzione. lo non so se un tal piano possa mai riescire , in nessun paese del mondo. Perchè, se è vero che l'uomo operaio è in più vicino all'uomo socialista in quanto attua la legge generale del liworo e non ha coutratto consuetudini di prinlegio, di lusso e di dorui11azio11e, siedi~ è più atto dell'uomo di qualunque altra clasi,e a concepire una societ:l. di tutti lavuratori , ~ pur vero che gli operai nella grande maggioranza non sono moralmente e intellettualmente tanto sviluppati ancora, e secondo ogni pro_

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