Rivista Critica del Socialismo - fasc 6 - giu. 1899

566 RIrtSTA CHITICA DELSOCIALISlfO Yi si sono attorno suscitat e, Ma il mttrxismo dà ragioni da temere ol1e pre– valga ancor più, non solo porohè l'ogget-to suo interessa pil'1 direttampnte r nomo, ma ancora per le car:\tt:.oristiohe speciali del suo grande fondatore. Si è sempre di~nS!lo sùlla verità v meno delle idee di D1trwin, ma il pen– siero di questo genio em,•rge sempre chiaro, definitivo dalle sue opere. Non oosi per Marx, per il quale, invece, il oompito della scienza è duplice: prima s"ha da interpretnre l'intendimento di questo atleta del pensiero e– poi disouterno: la verità. Gli appa.s::iionati st11diosi do:I~forx, pur suggt!StionK-ti dalla profond ità del su11pensiero, edificati dalla sna potenza dialettica, son sicuro saran no stati talvolte. indotti a melanconiche riflessioni intor no all'ardua loro im– i:,resa. Pr ima di giung ere allo soonfìnat.oorizzonte , sin <love tali genii inoal- 11:ano la soii,nz~, lo s;-zuardo si smarr isoe, e talP. fenomeno dovevn particolar– mente manif estars i nel marxismo, ove il lav..:irio d'interpreta:i:ione si pre– senta irto di difficoltà oltre ogni dire, a causa, in i!lpecie, di quella me– ravigliosa potenza d'intuizione scientifica propria della mente di Mane:, il que.le partiva da premesse filosofiche, cbe il progres !IOdella scienl'.a non avevn ancora maturate , senza. dar:;ii la pena di farne alouna teoretica espo– sizione. Enrico Ferri sintetiz11;òtal progrecqso nella. formula Darwi n-Spenoer– llarx , ma il prof. Labriola dimostrò al lume delle dnte, che l'ope ra. di llanc: è quasi contemporan;-:a all'opera. di Darwin e Spencer; eppure, è in - disoutibile ohe quella presuppone questa . E com~ se ciò fosse poco, si ha ben donde di agg iungere ancora ohe l'opera del Marx è nnuhe compene• trat a dei cardinali principii a oni la sociologia oggi Jentnmente perviene. Dopo oiò oome meravigliarsi della gazzarra degli epigoni, i quali hanno fatto dire a Ma.ne:le più bana li oontradiz ioni, i più ingenui spro positi di e– conomista superficiale? Il marxismo, a mio credere. emergerà ri,;plendente di lul'lesolo qua ndo l'Opera di Marx sarà efficacemente interpretata, e sarà anche neo-marXi!ll1lQ allora, se si vuole; il merito del Giuffrida consiste appunto uel non lieve ooutributo in proposito apporta to col suo modesto libro, spoglio ìli vuote deambulazioni , di ret l:oricbo declamazioni, ma denso - forse troppo (le ,so - di sngaci concetti, di nualisi argute. L' A. si è giustauumte compenetrato dell'av vertimento di Engcls, che richiamava i seguaci a.ll' a,tler,edm te fil,H1ofiatede8ca per intender e. come dice Solll.bart, il pe,l8iero di Marx. E forte di questo presupposto ha sa• pnto schivare ogni interpr etazio ne unilaterale, eludei.do cosi le intrigllte e fitte reti dell'eooaomia classioll. Nell'introduzio ne - Karl Jfa rxe l'opera sua - è traooiata la figura del grande pensatore di '1'reviri 1 ma invano vi 06Mhereste le solite oon;.;ide– razio11i descrittive e si:.oriche ; è uno schizzo pit1tt.ostl.lpsicologico foti.o ad incisi, a frase scultorie, dal qullle il genio di Mar x: risalt&1. in modo, direi quasi artistico. H libro contiene otto capitoli non esattamente rispondenti alle St:tte se- 11:ioni del ter-.10volume del Capitale, dappoichè il Giuffrida non ne ha fatto una schematica 8i:l!)vSil'.ione; e sarebbe stata inutile d'altronde, se si pensa.

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