Rivista Critica del Socialismo - fasc 6 - giu. 1899

LA TEOIUA 1rn1, VALOlrn DI c. llARX altrimenti che parngouando la qunntib\ di lavoro che ordinnrìamente era ne<·essaria alla loro produzion e. 'l'ant'è vero che l'istinto mede – simo delln. const•n'nzione rendeva la tribit molto nonrnde, per la semplice ragione che dovevn. cercr.rc col minor e l:irnro possibile di Jlrocacciarsi il cibo quotidiano. Il nilore del lav0ro non app:.,riva alla superficie della societ.'\, perchè non esisteva :1.ncorn. lo scambio , ma rim1~nern pur sempre il regolatore intimo dèlla ntn produttirn . Col moltip licarsi dei prodotti, e l'anenuta di,·isione del lavoro. lo scambio comincia ad essere la base di una socie!..\ novella, ed i })rodotti che sorpassano i bisogni dei produttori \'engono scambia ti fra 101·0. 1\hl. lo scambio non avviene in base all:1. di,·crsa qualità dei prodotti st.essi, quantunque ne sia il moti,·o causale, ma sola– mente mediante il paragone reciproco dtll a quantità di lm·oro ne– cessal'ia alla produzioue delle merci sc..'l.mbiate.Si ha cosi la seconda •forma del valore, ossia il valore di scambio, che 11ello st.,dio pri– miti,·o della società, per gli ostMoli sociali che si fmppo ngono ad uno scambio più generale, è rni-1uratodal la quantità di larnro oc– corre:1te alla produzione individuale di ogni prodotto ,,mciale. Ma a poco a poco lo scambio si sviluppa J)l'ima fra tribù più numerose, poi 11ell'i11terno della stessa tribù, e la societt\ comincia a regolarsi sulla necessit:.\ materiale di uno f:Cambiopii1 generale . Pre11dono vita i mercati, ove accorrono i produttori dei di,,ersi paesi a smerciare i loro prodotti. i\:Ia col mercato sono posti di fronte lavori di })roduttivit.:\ di,·erga, in ca.usa delle condizioni di– verse in cui agisce il lavorato re; anche per rispetto nlln. differente lont.'l.na1w..a del mercato. li ,·alore iudividuale delle merci si tra – sform:i, per 11riHesso che le nuore condizioni apportano nello scambio, in un ,·alore medio che si discosta piir o meno dal valore indivi– dua.le di ogni prodotto, a seconda delle condizioni in ct1i produce il la,,oratore e alle pro1>0rzionidella domanda coll'offerta, Qui an– cora-il regolatore della produzione appare la qunntit.A di lavoro, sen'e ndo questa di bu:,:,ola. al produttore sia nello scambio contro altr e rqerc1, sia nello stabilire la quantità delle merci domandate in confronto di quelle prodotte (1). I~ tutto ciò può a.n-cnire con ta.•si di plusmlore differentissimi, mentre il prolitto e la rendita. fondiaria non sono ancora apparsi, e tanto meuo il tus:,o medio universale del profitto , per la semplice ragione che il regime C..'l.pitalisto. non è ancora n:i-to. Uiò sena di rispost:i parzial'e al Graziadei che vuole fare scaturi re òrettn.me nte il profitto da qual.~in.siproduzione, a fJ.Ualunquesocietù appartenga . D:i queste ossenazioni storico-teoretiche si ricarn la conclusione (I Come il Grnziadei può con;;tatare, malgrado lo scambio e li~ di--vi– sione del lavoro, il valore dello ~ambio è misurato ancora dir~ttamente dal !~,·oro, per quanOO i produttori debbano usarP. una quantità più o meno gran ,le di mezzi di pro luzione, vale a dire, in regi1ue capit11lista, di ,:a– pitale costante .

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