Rivista Critica del Socialismo - fasc 5 - mag. 1899
HO RIVISTA CRITICA DEL SOCIAI.lSllO ciarmi le mani, prost rarsi a.i miei piedi, e ripeteva per la cente– sima volta : - Amico!... amico!... l,a gioia lo soffocava, piangeva di felicità ... E ad un tratto, cou quell'asseuza di logica che è propria de– gli ubbriaconi, corrugò le ci1;lia e mi gettò in viso queste parole : - Povera Aitchen, mol'ire !... moì-ire per cattivo occhio !.,. Dopo ciò, il mio Spiridone, fi slanciò verso l'alb ergo e scom– parve dalla porta bassa e stretta per versar e delralcool snlla vec- chia ferita di Kaitu11a, che fino ad a.llora 110n si era ancora ri– marginata. Ma. io debbo ritornare a.ll 'epoca della nostra amicizia con Kai– t~na, quando egli non ave\'a ancora la medaglia, e quando Aitchen nv eva ancora ..... Era al priMi pio della prima\·era. 1l fiume, in piena, aveva.co – perto la pianur a intera ; e per quanto lo sguardo si spingeva lon– tano, si vede,,a una superficie lucida. In questo oceano di acqua, tranquilla e limpida, ora brillavano i raggi luminosi del sole, ora si ritletteva l'azzurro di un cielo puriss.imo. Qua e là cime di ce• dri e di pini emergevano dall'acqua , e apparin 1.110come tante iso– lette di smerald o..... Su questi provvidenziali rifugi poggiavano, col festoso cinguettìo gli uccelli di pa.saggio ; sull'alba , tino ali!\notte , il mamn gone faceva sentire il suo strido acuto, la gru emetteva le sue note guttur ali, l'an itra borbott a,'a, roc a gridava... A questa. spaventevole cacofonia che prorluceva.no questi can– tori dell'aria, si univa il rumore dell'acqua, che precipitando in ca– scate gorgogliava. in varii punti, in mezzo al fiume, come se quei getti cadessero su ferro rovente. E qua ndo la notte avvolgeva. la pianura. sommersa ~i ne-bbia biancastra, che i raggi pallidi della luna invano tentavano di penetrar e, solo · queste cascate gorgo– glianti turbava.no il silenzio. Sembrava allora che esse si sfor– zassero di prendere la rivincita, si se11timno tul'binare pili ;da vi– cino e cadere con maggior forza... si sarebbe detto l'he nel loro furore i fiotti d'a.cq1rn avevano rotto le dighe per aprirsi il passo e precipitarsi su di noi.. In un leggero canotto, costruito con cortecce d'alberi e rami, p;W-timmo,Kaitu na ed io, per cacciare i cigni in quelle isolette. Passammo da un terreno all'altro , tentand o di rnggiungere la cor– rente pii'1 forte, uella q1mle si tuffavano questi uccelli, quitndo, al– l'alba !lascente, i primi bagliori di uu rosn.tenero facernno dileguar e la tinhi ,·iola. spess..'l. della notte. Allungando leggiadramente il collo sottile e a.gile e con grida festose, bat tendo le ali potenti, produ cernno veri getti di fontana.. Kaituna sapeva remare da maestro. )fa neggì:wa. i remi senz..'l. far sentire il minimo rumore, mcutre il ca11otto scorreni rap ida– mente con la, ma.ssima i<>ggeren :i sulln. superficie dell·acqua. La. lontra stessa avrebbe potu to invidiare la sua maestria e la
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