Rivista Critica del Socialismo - fasc 5 - mag. 1899

KAITUNA 429 petizioni e lagnanze contro que3to funzionario. •ru tti gli abitanti della f(dga accompa.gna\'ano il loro difensore ed amico colle spe– ranze più raggianti . In tal guis.1.Kaituna era partito e da quel giorno non si è piit sentito parln.re di lui. Nondimeno la popolazione intera della taiga era sempre animata di speran,:;\ e stava in attesa.. Qualche anno piì1 tardi, il caso volle condurmi in quella me– desima città ... La sera stess..'I. del mio arrivo, rientrand o all'a lbergo, la mia attenr.ione fu attirata da un individuo che stava sulla soglia, e nel quale io ravvisai un abitante della taiga. E\·identemente l'uomo si trovava in uno stato d'ebbrezza. Ve– stito di cenci, egli tremava dal freddo e si stringeva al muro del– l'albergo, brontolando una canzone. , [ suoni lrtmentevoli di questo canto e la figura stessa. di co– lui che cant..'tva.risvegliarono in me un vago ricordo. :Mivoltai e involontariam ente esclamai: - Kaituna, sei tu Kaitu na: - Di qual Kaituna vuoi tu parla.re 1 - balbettò l'ubbriaco in tono di uomo seccato. - Non sei dunque tu 1 - Adesso non è piì1 Kaituna, è Spiridone (1). - Ma ad un tratto egli, a sua volta, mi riconobbe.... trasalì, e rimase perplesso. - Amico.... amico... - mormorò infine tutto commof3so,sul pm1to di piangere per la gioia. - Sei tu.. tu 1 'l 1 u venir qua 1... Tu riconoscere Kaituna !... Amico... amico! ... 'l'u ricordare caccio.rein– sieme L . Come l'orso... E pianse lagrime di gioia. - Si, si, Kaituna , me ne ricordo bene.... }-,iniscila con quel pianto, amico mio, te ne prego. Egli si sforzò di obbf'dirmi. E mentre delle lagrime gli pen– dentno ancora <la.Ilepalpebre, con la mtwo tremante <liubbriaco mi afferrò il braccio. - Amico... amico... - sus.'mlTò con passione, con voce inter– rotta e supplichevole, fissa.udo lo sguardo nei miei occhi, e pronto a. gettarsi ai miei piedi : - Amico !... pagare un bicchiere per me... un solo... amico... amico! Egli era. preso da un tremito convulso per tutto il corpo, sfor- 2andosi di allungare verso di me il suo collo troppo corto, e tutto in lui era una preghiera: il suo sguardo, la sua \'Oce, finanche il respiro. Gli detti quel che potei. Allora, in uno slancio di pa.ssione, egli si gettò verso di me, ringraziandomi e,.'\.lorosamente ; \'Oleva.ba- (1) Pronome rosso.

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