Rivista Critica del Socialismo - fasc 5 - mag. 1899

427 fttccend:\ oscura, e gi!l. ne mccontaxaoo i particolari. Oli altri pil1 ottimisti, sostene1•,ino al contrario che la fortuna e gli onori nspet– tavn.no il loro frntello, avendo i grandi personaggi che risiedono in città avuto infine notizia della sua grande arte nel disporre le reti e nello scovore le beh·e. In tutti i ca.si, era quella una questione del pili grande interesse e sen1.a.dubbio Kaitunn. ern. cfoentato l'eroe del giorno. lnfin e egli riap1>arve nelr aureola della.gloria, circondato da uno splendore che mai fino allora non era stato dato vedere agli abit.'l.ntidi quella terra. perdut.'l.... ... Egli era <lecorato. La.hella meda.glia, come lo stesso dole invernale del dei!Orto, brilla.va sul suo })etto. E non sa– prei veramente dire se il sole. mostra.ndosi in quel momento, in tut to il suo abbn.gliante splendore, n.vrebbe prod otto in quelleju rfa un'impr essione pili viva di quella di una mednglia luccicante sul petto di uno dei loro. Quando Ka.itnna. venne n. farmi visita mi avvidi subito che non resttwa. del mio Kaitunn. che il suo esteriore, e la. sua fisonomin. stessa era cambiata; quelle labbra. prima ingenua.mente buone, ora. si gonfiarn,no d'orgo glio; la \ 1 anih\ era. impress..'lnel suo sguardo e perfino nel suo porta mento. La coscien7.a. che aveva acquistate della propria importa1w .. 'l fece spa.rire la sua. ìngenuib\ un.turale. per far luogo alla millanteria stupida. Camminando . egli si sfor~ ..wa di darsi un'aria grn.ve e il suo corpo tozzo si dondolava dn un lato all'altro con la. goffagine di un u so che co.unn'ina sulle quattr o zampe. Capii facilmente che Kaituna si era presentato da me per van– tarsi della sua medaglia che swe,·a. fatto luccicare quanto più po– te,·a, mn. sulla qual e, non contento di ciò, egli non cesaia.v:~ di stro– fìnan•i su e giù la. 1oanie..'l. Prese posto, come era solito, a.cc.antaal fuoco, ma non rimnse !ilen1.ioso come nel passato. Con un'a.rin. gra.\'6 mccontava. che egli era. ora. conosciuto e stimato eh tutti in citt.i.\, che il primo magi– strato stesso :wev:i discorso con lui e che non solo non l'f.wern ingiurin.to nè aveva fo.tta In. minima a.llusione al pagam ento degli arretrati, ma gli avern n.nche steso la mano. Ora il commiss..'lrio lo guardava d'un occhio differente: gli par lava con bontà e con dol• eez1.a e forse anche lo temem, perehè s..'tpe,•n.che ora cm ritenuto un personaggio imporU\.nte e che la sua influen1 .. '\ era assai grn.nde in città. L'Memno prega.to molto cti restarci e non si sareb be ba– dato a danaro; ne avrel>be avuto t..'lntoquanto se ne davn. n. tutti quei signori di laggit1 e il primo m.agistr-ato stesso si facern, una premur a. di a,•erlo fra i suoi com•itati , e...... Ma io non prestm·o piì1 atte nzione alle sne chiacchi ere, nel mio pensiero rim piaugero il mio Kaitmw. di un tempo. Però queste paro le furono n.scoltate avidamente dai suoi vicini, figli del deserto, altrettanto ingen ui come il narrator e stesso. Lo accolsero con trasporto e ne furono orgogliosi . k1. loro fede bene-

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