Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899

KAl'l'U"'A 35i nlhi pelle dell'or so, <lella ,·olpe bleu, infine a 41uell:i della volpe nera col suo ricco m:into, il cui prezzo destinav:i a sn.ldare 1·11nposta, per il cui pagamento er:.\ gi:.\ in rit.1.rdo. Poscia ricorse al sno bestiame, aggiungendo una a una le sue bestie per compen~are le mie fatich e. f edendo che qnesto mezzo supremo non 3.\'eva più effetto, cost.a– tnndo dalla mia fisonornin, sconvolta. che b sua sventura faceva soffrire anche me e che realmente nulla ci pote,,o fare, stupito , egli si ahò in collem, pieno d'indi gnazione. rngli si trO\'ava., proba.bil– mente, nel medesimo st~1.tod'a nimo nei momenti in cui dopo es– sersi es..·LUrito in preghiere, egli si vedeva obbligato di discendere l'idolo impotente dal piedistallo. E sempre più invaso dalla collera, con tono di profondo di-iprezzo, fin\ per ingiuriare i miei libri e me stesso, tutta que~ta scicurn, in fine la proprii~ fede nella mia potcur.a,. A che debbono dunqu e servire tutti questi libri se non posso insegn:1.re iu che rnodo si possa portar e rimedio a.ne sofferen~e del mio simile? A che sen·ono allorn. i libri 1 E perchè tut t.:1, questa scien1.ache non può tenere luogo del pil1 piccolo esorcismo, cono– sciuto pure dall'ultimo dei cha111<ms? Cos'è u11a ta.le sciem, .. 'l.1 E come si spieg1.che tutti , perfino il comrni&mrio stes.~o,vedono in mc un dotto, dal momento che non sono buono a nulla, neppur e a fare un salfl..SSo; che neppure so quanto il miserabil e W:1.ska. (1), questo delinquente dcporL'LtO,ora in carcere, che però sapeva curar e gli amma la.ti . Kella sua. esasperazione, lancia.m parol e ingiuriose, per~uote"a col piede il tavolato ; iufine giunto al pa.ros.:.isrno ,,olendo esprimere il pili profondo disprezzo per i miei libri, la.nciò ad essi uno spu– h cohio. Poi egli parti al galoppo in cerca del suo clutm<m che si trova.,·a. ad una treuti11a.di chilometri d:1,ca.s:1.mia.. PrcndCYOYiY::t part e alle a.ngoscie del mio pO\'ero amico e ne a,,evo il cuore ad– dolorato. Cos.'l. non arrei dato in quel momento per poter s:ilvare la su,1,sfortunaL'l. Aitchen ! li t:hamaii non tard ò a. presentarsi all 'ammalata, facendo pa– gn.re , s'intende, allo sposo disperato il doppio di ciò ohe egli axc,·a offerto credendo potermi tenta.1·e. Questo uomo potente ohe possiede la <' scienza tutt:., intem >1 si mise dapprima a urlare e a saltare; lamentan dosi e gridand o, percuoten\ un L'unburino, infine, fece bruci.~re alcuni capelli insieme a degli stracci. E qua.udo, a dispetto d1 tutte queste cabale, la povera Aitchen che soffriva. orribilm ente e non cessa,•a di gemere, preferì a questa terra un mondo migliore, in cui tutt i i giorni , tutti mangiano a sazietà , , in cui non Yi sono commissarii e in cui gli alci portano corna dora.te , fu evident e che la cabala non arn" a prodotto il suo effetto per il c..'l.ttivoocchio del catt i,,o l\usso. Qut:sti Russi! sono molto oattir i tutti , sott o ogni aspetto! Sono {1/ Nome ohe indica Jispre.i;~o.

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