Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899
K.\I TUX.\ 3:,3 'SA-ggio mnnt:\gno-:o, il mont:\n!\rO non pn,ì comprendere tutta h belt:\.delle steppe. i\fa io cupivo che il deserto ave\·;t. per K:iitnna tan':\Urattiva irresistibile; perchè egli l'amava sopr,\ ogni fl.ltra cosa, -ed io comprende\'0 chl3egli non rwrebbe mai acco nsentito nd ab– lxrndona.rlo per tutti i beui del mondo, perchè io medesimo n.maxo i à quel deserto rprn.nto jlOtC\'0. 1< 1 u questo sentimcmto comune che ci n.n•icinò: Kaituna lo in– do,•inò in me. piutto sto che io non glielo dicessi, aiutato in ciò dal 'BtJ0fiuto, perchè il fiuto in lui era 1>il1 sviluppato del pen!:!iero e -delln. pa.rola. _ Il nome di Kaitun:1, col qual e i russi cl1iamav::u10 il mio amico, era ~fonn t1to ,bila lot·o pron1111'l.:a straniera, ma egli vi s'e ra abi– tuato e l'n\•evn.ndottato pe1·suo. Spesso egli ve11i\'!\ da me e mentre io ern. occup:~to n. leggere o n. scri,•ere, passava.intere oro dav:lllti al fuoco. Oggi n.ncora 110n potrei dire se egli meditnra allorn. un progetto qu:1.lsiasi, se rirn:ine\·a a~orto in un:\ réverie o semplice– mente donn i\'fl.cogli occhi aperti e tisi sulla fi:lmma. Credo che egli mede.r.iimonon co lo potr ebbt:ldire precis..'\mento. Beninteso, nella i;ua qualih\ d'amico, Pgli ngim liberamen te '\·ol'l!oil mio té, e a.ncor pii1 ,·e1-so il mio tab acco ;. perch è gustava molto l'uno o r :i.ltro. Gli pincew~ anche \'acqmH·ite e spcwo ue i11- trod11ce\'t\ il discor.:10;ma siccome quel genere li in C!I.Sll. mia man– 'Cavn nsso!utamente, volere o non volere il mio po,·ero n.mico rem -eostrC'tto a contentar si di ciò che trovavi\. Allora, scuotendo la testa e h -1ci,\ndo sfuggire 1111 sospiro, egli cominciam a p1:1rsnad ermi che non è t buono per l'amico • di rimanere senza acqua.vite. .\I.i la nostr,1.amicizia non era intac caL.1. claquesta. circosfanza . - Qu:1lche ,·olta egli pure mi portava. regali: un pesce, un pe1..zo -dicarne di ceno gelato, o la J>Clledi una bel'ltia qunlu nque. In questo occ!l.Sioniegli si sentiva piì1 libero nei rig1ardi del tabacco -e del tè : e ue' suoi rimprov eri per la. mancau1.:.1. di acqua,·i te, ri– petendo la frase abit uale, , non buono per l'ami co, 11 lnscia\'a udire una nota. pili espressiva del solito. Nello stesso tempo, non rifinini -dall'ologi:tre « nlcuni , de' miei vicini che si moslra\'iUto più gene– rosi con lui e lo ospita.\'ft.10 pili generos unente, benchè egli por– tasse loro doni di minor valore. ro lo ascoltavo sorridendo e sen1J1. fare la menom:\ obiezione :i.Ile sue rimostranze. Egli finiva per sorridere anche lui e se ne nndnvn n prendere il suo posLo abitna le accanto a.I fuoco. Allorchè la sua attenzioue era a.ttira~i. da <Jun.lcheoggetto lu– ·cido e nuovo per lui, come un coltello, un botto ne od altra cos..1. -diquesto genere, egli mi domandava di reg::d arglielo e se io ritiu– t:i,·o egli mi portn.vfl.il broncio per qua lche te mpo. "hl1.ciò non pote,•a scuotere la nostra amicizia. Egli perdonaYa -o ohltnm con l:1.steSS!1 facilit:.\ con cui si mettev:i in colle ra. Qualche volta mi cn.nt.wn. le sue cnnzoni : er:n-i qualche cos.'\ \li seh·:i.1~io ne' suoi cant i che, su! pri:-1cipio, mi mettemno paura. 5.
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