Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899

336 RlVISTA CRITICA DEL SOClALl::DIO ha fatto così splendida apologia 1 Ma :tilori\ proponiamoci a mo– dello le auarchiehe tribù barbnre, e finiamola . (1) Da u11 canto i! Merlino non pnò negnre h. nl:'cPi::sità di norme e regolecom1uii, dall'1dtro vede in queste il « pericolo autorit:i.rio , ; per sfuggire a questo - eh' è semplicemente un sospetto, avendo egli stesso confessato che in qunlsiasi ordinamento socifl.listico un po' di coazione sarebb e giu,ta. ed ineYitn.bile, ma molto minore di oggi - cvn e\'i!lente contradd i·,:ione, ca·le nell'amorfismo. l.,a contrad dizione non fini'!co q11i: Il Merli1lOnon vuole s/)cializ;.::ire tut to, m!\ una part e soltanto del p;1.trimonio socia.le. i\fentre desiderenimrno conoscere qua.li sono le cose non monopo liz1-,ibili nella. societ.\, facciamo ossenare che la parte non socialiu.ata, accompagnat.'l. dal!' arbitrio della })l'Odu– zione e del consumo, accompagnata dall' offerta e dalla domanda determinanti l'ammontare delle rendite ed il valore delle cose, ac– com1mgnnta dal lavoro libero e dal libero scambio, conserver ebbe - iu nitri termini - la libera concorrenza, ch'è la caratt eristica precipua della societA borghese. « Il socialismo - scriveva, infatti, test ) il Pt'it.•npolini -- sar.i la ce.'J.Sazlone della. concorrenza J e noi ve– diamo che oggi la concorrenza va cessando.Ess:1scompare fra i socia– listi, i qnali mano mano che progr erliscono si stringono solidalmente in societi\. di resistenza sempre pii1 forti e numerose: e vien meno fra gli stessi ca.pit..'llisti,che la sostituiscono coi sindncati e le coalizioni, cre:1,.ndoper tal modo delle vastissime aziende industria li e commer– ci:di, che ora funzionano bensì n benefizio di pochi e a. danno del pubb lico, ma che potranno domani essere espropriati colla nrn .. <isi– ma facilità ed utilizzati a vantaggio di tutti. (2) Se al Merlino il sistema collettivistico pare inattuabile per certe ineguaglianze di situazioni e <liproduttività, per certe difieren1-edi bisogni e di capacità, a noi, invece •- hisogna confessarlo - pare attuabilissimo il suo piano che, colla ·libera concorremm., ci porta verso una edizione tutt'al pil1 riveduta e corretta di questa società. borghese. . ..... (1) Ammett:.o le ttf!rme enni mi anche fra le varie collettività: quel lo che non am,n ett o è il pian.o n•1ico di prod wdrme, fatto da un' Am111ini– strazione centrnle. che distl'ibui.sca i lavol'i e deten11iui la ricomp ensa in rag-iune dell<:!ore di lavo1·u e i prezzi, o \·a\ori di ca111bio, ùd prrnlotti. Hv co,;i !u:1gnmente "VOito que.ste idee i11 precedenti articoli e in altri scritt i, ehe l.emerd i11fa;:1tidireil lettore t,0r1und0ci sopra. f:.. i\I. {2) .Uisogna ,list inguere la concorrenza. tr,1 il ric<Jo e il povero , tra chi p ss:ede i 1,iezzi di produzione e chi non ne ha, e la gara nel la,·oro. La prillla ooncorre 11za,propr ia del sistema capitalistico. deve scompar ire; la se<:onrla 110npuò cessare senza che cessi a11che OOHtemporaneament e la libe1·ti. I collettivisti stessi, da Kaut!'ky a Devine, I' ,.mmetto 11r,. S. M.

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