Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899

LE GRANDI l,IXEE DEI, SOCIAU;:illO 335 I~ p lrole col loro SÌ!:p 1ilic:1.to re latirn e vari;1.l)ile; ognuno trae mag– giore o minor profitto dn.lle idee dell"avvers.1,rio, mn. poi continua per ln. sun. strada; speriamo, n11a. volta o J'n.ltrn che il fine ci uniscn. pitl intìmnmeute. . ... Per non rispondere part it.'lme!1te :ll ll' minntc M"errn1.ioni ilei Merlino, pigliamo ad es:uninare le grnndi linee del si~tenu >1ociale da lui imma.ginato e propo!ito; quelle così \"Ì a.vranno implicit.a..– rnente la. loro risposto. rl Merlino ,,orrebbe le collett ività col dominio diretto sulla terra e sui capitn.li , e pel resto - snlvo n!cune industrie monopo– lin~'tbili - In.scerebbe ni singoli cd alle a.ssocia:zioni l 'inizin.ti, ·n.della produzione e degli scnmbi. Questi singoli e queste nssoci:1zioni pa– µherebbero una rendita - da ser"ire· pei Jrnbblici senizii - pro– porzioun.le per le concessioni avute di terre e di capitali, e poi, sta– bilite in assemb lee genem li alcune norme comuni -farcbb(' rOpro– pri1i prodotti del loro la.\'Oroe li consumerebbero o li cambie– rebbero a.Ile condizioni che loro piacerebbe di determinare. L'am– moutar e delle rendite snrchbe deter minato dalla ofTertn.e 1fall:1. do– m,iuda, come il '"a.lore di ca.mbiodelle co.,'le;cosi il camb io sarebbe libet·o, libero &'lrebbe il la"oro, libera hl. produzione. I~ questo - se non erria.mo - il piano del Merlino nella sua pii1 semplice espressione. Orbene, no\ incominciamo dall'ossenare : la.colletfo·it:\. di Mer– lino non è la. collettività. dei collelt i\'isti. Non S.'l.ppiamoq11:u1to esse abbinno di comune, ma. e,,identemente il Merlino non \'UOle l'a.m– ministnlzione centrale - che pci colletti"isfi non è altro che un orgn.no di coordiname nto e di ,•igilanza. delle singole colletti"ità - e non la. vuole per 1m.urn. del centra lismo sempre dispotico. - Mentre notiamo di passagg io che questo federa lis1no amministrn.tivo, fllci('nte crtpo nd unn specie di ufficio di st..1,tisticn, è una spiccata tendenr.n.moderna, donita. alla grande industt in.,che rn ncccnt nrndo tauw ti hworo ehe il capita le, gli domandiamo: so nelle singole collettività vi devono esistere regolee norme comuni, perchè queste non de,,ono esistere fra le va.rie collr!ttivit:.\.1Perohè nelle singole colletti\'ità. queste regole e t1orme com1mi non potrebhero dn.r luogo agli stessi incom·enienti che dnrebbero nelle \'a.rie collettiv ità fra loro 1 L'ammi nistrazione o potere centra le nel concetto dei colletti– \'Ìsti non essendo a.Uro che In. nn..tnrale convergen1 ... '\ delle tendenze e degli interessi delle varie collettività locali, non S..'lrebbo che la risul1a11te delle collettività che In compongono e non potreb be che rispeechiorne i pregi o i difett i. Non ha egli molta fiduci:1 nel prin– cipio di rappr esenl'lnZiL, di cui - malgra.do certi inconvenienti -

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