Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899
381 perchè nel regime ;\ tttw.le vi sarebbero sopravvi,·enze di regimi eco– nomici precedenti . Di un:i. legge gene r:1.ledel ,·alore, che spieg-hi le leggi p;1rti– colnri a.Ile varie epoche economic he, non si pal'la dn 1.forx e da Engels se non con disprezzo. Eugels polemizz:tndo con Diihri ng, <lerì– deva coloro e che vogliono ridurre sot.to nna stesso. legge l'economia politica della 'l'errn. del fuoco e quella dell'Inghilt erra moderna . > A. ragione il Croce ribatte clie se J;ngels avesse ,·o!uto parh1re di quelli che rngl iono ele,·are a leggi eterne e immuta.l,ili le leggi dell'economia capitali stica, :inebb e arn to ragione da vendere ; ma non aveva r:1.gio11econtro Diihring, che voleva stnbilir e un cm1cetto generale del valore, per spieg:tre tanto la società capit:tli stica quanto altre forme dì organizzazion e ~oci:1.le . Questo concetto generale del valore, che superi I' epocn. Mpita – listic:1, è tn.nto più necessario a stabili re, che {'Sso solta nto ci può dare !a chiare del nuovo ordiname nto sociale, che deve sn~cedere a\l'a ttimle. · Un concetto del valore è insito al Collettivismo. perchè sebbene il Colletti\ ·ismo sopprima in gmn parte i cambii, unificando la pro– duzione, pure non li sopprime interamen te. In regime colletfoi stico bisognerebb e pur determinfl.re il rn!ore specifico dei vari in.vori, bisognerebbe issegnar e rdle cose cLc 110n si prodn~ono in quantità. eg;nrtle n. tutti i bisog ni nn rn.lore corri– spondente a.I loro grado di rari tà o di ab bondnnr .,<t,e bisognerebbe assegnare anche un valor e ai mezzi di produr.ione , quand o questi, come avviene del suolo ;stesso, sono limitati e in rnrio grado. ntili alla prodtizione. L'utopia marxista è la supposizione che si possano "gna gliare le condizioni del !,woro, le ca.p:1.cità., i gusti, i desidcr:i, rendere tutte le terre egualm ente fertili, tntt e le città egualm ente at– traent i, tutt e le borgate cift:\. o viceYersn.,tutte le industri e egual – mente :)roòut~ive, togliere con le macchine ogni asperiti\. al lavoro, ridurre tutti i lavori a quel lavoro sociale, medio, immaginato da Marx, e tutte le cose a coagulati di questo lavoro immaginario. Tolta che sia questa supposizione, come si potrà mai cred ere che, in regime colletti\'Ìstico, un'ora di lavoro avrebb e esattam ente lo stesso valore d'un'altra, e che le cose avrebbero tante unità di valore, quant e ore di lavoro fossero stat e impiegat e a produrl e? Ripeto quel che ho detto cento volte: non si può stabilir e un pa– ragone tra lavoro e la.voro, tra un'nra di studio e un'ora di lavoro di za.ppa, tra. un'ora di studio e un'altra. ora di studio; tra il la– voro di chi viaggia. per il mondo per uno scopo scientifico, arti-: tistico o commercial e e quello del miuatore , che si logora la vita a cinquecento n1etri sotto la superficie del suolo. Non si può vaJu- 1:.: 'l .re azionalmente e obbiettÌ\ 'amente il valore che ha per me, a un dato momento, un libro, un oggett o di arte, il consiglio d'un medico od anche un semplice bicchier d'acqua.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy