Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899
320 RIVISTA CRlfiCA DEL SOCIALISMO che tetragono alla sventura del prof. A.utonio Labriola , ecco un al tco marxist.a auto revolissimo, già redattore capo del giornale uf– ficiale della democrazia socialista tedesc,i, al tempo delle legg:iec– ceziona li, e ora assid110 colbhoratore della Neue Zeit - il Ber– nstein, - fare al professor Labriola un tiro più birbone di quelli di Sorel e di Croce. Non ha egli, infatti. scritto quei famosi :\rticoli nella , Neue Zeib sul ,·alore del tempo e dello spazio in Econo– mia, che hanno me ."-SO sossopra i disc('poli del grand e :Marx, mo– strando loro l' inett-ezza della concezione catastrofica del Socia– lismo 1 Il povero professor fo.briola si ra.mmarica che il nome del Bernstein sia ora , sfruttato > da' propa latori della crisi del ~b r• xismo, e confessa amara.mente (Socialù me et Pltilosopltie p. 202 nota) che egli non avreb be mai potuto immaginare una tal cosa, scri– veudo nel 1897. (Se egli sapesse che Bernstein mi ha scritto, dopo aver letto Fonnes et essence d ii Socialisme, che è , perfetta1::1ente d'accordo con me, e se non altret tanto recisament e, pure espone le i'ltesse idee nel suo libro d'imm inente puhbl icazione , , il pove– retto ne farebbe una maln.ttia !) - Egli che, come appare dalle not e apposte al suo libro, aveva pre,,eduto tante cose ben pili dif– ficili a preveder e, non s'era neppure acoorto nel 1897 che Sorel, Bernstein e: Croce, compievano un'evoluzione, che dornva condurli in brevjssimo tempo a ripudi are in gran parte la teoria marxinna ! Ma che colpa ci ho io in tutto questo, e perchè il professor Labrioln. se la piglia con me, interpolando con mdri zzo volgare al mio indirizzo le profonde sue meditazioni filosofico-socialiste 7 A.h ! egli dice che < non prese mai sul serio le fantasie 1Joli~iesclw, che facevano di me uno spauracchio , . Lo credo bene : chi le h:i do– vuto p rendere sul serio sono io, che ne ho sperimentati gli effetti. E pure io non ho fatto nulla per eccitare a mio danno la fanta– sia dei poliziotti. Nessuno ha udito dalle mie:ln.bbra discorsi incen– dirtrii; nessuno può dire che io mi sia dato l'aria di un terribile cospir:1lore. Ho fatto puramente e semplicemente il mio dovere, senza spavalderia., ma ancho sen1.a <lebolez1.a. E se la mia irnme– ritat..1. nomèa di ri,·oluziomirio tog lie il sonno al prof. Labriola, ecco il consiglio che gli do, o piuttosto che avrei potuto dargli parec– chi anni sono : cominciare ad essere socialista a venti anni, consi– derando il Socialismo come un'irle1.attua .bile immediatamente, non come una cosa da venire fra p:trecchi secoli, mette rsi a farne pro– paganda fra gli operai, non ~alh cat tedra, fino al giorno in cui si è cacciati in prigione, e toniarh a fare subito dopo esserne u– sciti, rinunciare ali' agiatezza, all'e sercizio d' lm:t lucrosa professione, rassegnarsi a separarsi dalle persone più care per battere la dUl'a. via dell'esilio ... Se il professor Labriola nves.i,efatto altretta nto, - e non è certo gra.n che - gar.intisco che non sa.rebbe ora ridott~ ad invidiarmi la misera riputazione di rivoluzionari o, che io ml sono procacciata molto mio malgra do.
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