Rivista Critica del Socialismo - fasc 4 - apr. 1899

302 Rl\' ISTA CRITIC.\ DEf, SOC1Al.lS)!1) U discepolo non cerca. dunque che di realizzare I' impera.tiYo. che spinge l'uomo r,ia,ggioa cercare h perfe1.ione e I~ feli,~itd.,me– diant e In sautità. fil realtà i cristiani non so110 nrni comp letamC'nte spogli delle preoccupn.r.ioni del primo stad io.« L'idea di utHl. specie di conto corrente fra Dio e !'nomo, dice Reno.11, (I) di tm registr o in partita . doppia dei precetti e dri pecrati, ... è l'idra pii1 falsa che si possa. imrn:1.gi1 1are. E' stata h pia.gn. del a-iurlaismo, che ha so– prani ssuto alle crisi del primo secolo ed è venuta fino a. noi ,. 3. 0 Infine abbiamo la momle dell' aulon.onua, nella qu-de i nostri att iSùnOpure giudicn.ti , ma. da. ogni uomo; uella quale b nostra eoscienl'.1.l direnL'\ un giudice se,·ero e sempre sYeglio; 11ella quale cerchrnmo di costr uirci alle ùler,lità per giudic.'ire non soltanto le nostre opere, ma specialmente le IYl'-tr e intenzioni. Dio é verament! disce– so W'i no.:;tri cuori; Hon a!ò !pettiil.mo ne!ò!Snna ricompensa; pro• testia mo contro il male percl1è ci fa. orrore; gridiamo ciò che cre– diamo essere la verità, percliè si,1,moi fedeli della nostra vropr-ia fede; e<l è questa l' espressione di ciò che crediamo essere degno dell\11n:111ità;ogn i sentimento cregoismo ne è bandito. :Fin qui non abbiamo che una moral e purnm ente formale; bi– sogna or:i lasciare le ast r:izioni e pas;lare su l terreno prat ico della \'Ìta. Quali sono i mezzi che nsa il Cristianesimo per guidai-e i! fe– dele 1 J \l.gr Talamo lm ragione quando dice che il Cristo por tò mi pre~etto nuorn e fondament..'lle (p. 7.): « Tutta la morale cristin,na si cornpendia nel clo1:ere di w1utre ]) io e di amare, in Dio e per Dio, il prossimo nostro come noi stessi ». Senza dubbio si era, prim!l. di lui, raccomandata la bene – volen:r.:.1. e la bontà; ma era un Jlrincipio pura.mente astratto: quello di Cristo invece « è nu O\'O nello spirito che lo informa , dice con mgione il nostrocontra.ddittore (p. !J); ed egli aggiunge che da quel giorno la mora le fu fondM!\ !ò:llll'a.more. Nou voglio coutrastttre l' imporbm:a di questo principio; anzi mi sembr.t che M.gr 'l' ;dn.mo non lo n.hbia completamente messo in luce. Se il cristianes imo si fo~se limitato a coman dar e che bìsogn.t amar e il prossimo , non anebbe fatto che formular e un prec~tto d'altrui smo, assoluta.mente moto, e seu1.a vera portat:1. pratica; - r ama re è esclusivo, chi parla di amare, par la di sentimenti affett ivi che si riferisc<mo ad una persona determin ata.. Gli auto ri medesimi che prirlano d'altrui smo, incouside rntn.mente, 11011 esercitano nes– suna nzio1le pratica efficace. Essi ci inculcano di aYer del l'affezione per il no~fro prossimo; ma non ci dicono come pos.~iamo riuscire a svilupp:u·e in noi questo sentimento . li cristian esi1110ci forni sce, (11 Storia ù'Israele, voi. V, p. 32-2.

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