Rivista Critica del Socialismo - fasc 3 - mar. 1899

20! RIVISTA CltlTIC A OEL SOCIA L!SJfO o idealisti nel semio accennato sopra, cioè gente che tenta di s\·i– luppare nella società., in cui vive, una coscienza corrispondente un po' ai fatti economici e sociali esistenti e assai più alla loro JJO– tenza Yirtuale, alla tendeuza che essi hanno in sè di trasformarsi organica mente in altri più evoluti. E la ideologia o I' idealismo (chiedo venia se uso questi termini in un senso diverso da.Il' ordi– nario) entra, direi quasi, in 1haggiore o minore quantib\ nella sta:ut– tura del partito internazional e dei socialisti, a seconda che questi spie– gano la loro azione in un ambiente economico più o meno vicino alla gr:mde industria capitalistica. E qui sorge una questione impof'tante: Nelle regioni semifeu– dali, come la Sicilia, la nuova concezione socialista, importata dai luoghi, dove ebbe origine e vive rigogliosamente, può att ecchire e di,•entare teoria viva, funzione psicologica normale e caposaldo gra– nitico e fecondo di un partito politico moderno, cioè di un partito che ntole trasformare gradatam ente la società in una dat..'t direzione 1 Se ciò non fosse possibile, noi an-emmo il dovere di abband onare la via intrapresa, corne cittadini, e il nome che ci contn1ddistingue da tutti gli altri partiti politici passa.ti e presenti. Fortuna.tament e la storia ci autorizza a rimanere al nostro posto di combattenti col nostrn nome e colla nostra funzione. O che sa- 1-ebbero stati i due più grandi partiti del passato, l'uno religioso e l'altro politico, se non fosse stato lecito di combatter e e tentare di conquiskue la società in ~utte le sue manifesta.zioni, prima che si fossero re~lizr..ate le condizioni indispensa.bili a una corrispondenza completa, ad una armonia integrale tra le loro idee e i fatt i sociali1 Intendo alludere ai cristiani e a quegli altri, che, dibatt endosi qua e là eroicamente contro i pri\'ilegi feudali, riuscirono, attra verso pa– recchi secoli, a formare un partito formidabile, nn:1.grand e classe, che, sotto il nome di bo1;ghesia, oggi domina il cosi detto mondo ciYile. Certo non ignoro le differenze che passano tra un partito re– ligioso e uno politico, e avrei potuto contentarmi di ricordare sol– tant o i borghesi. Ma chi ben guar da oltre le apparenze delle cose, sa che le condizioni economico-sociali non sono indifferenti allo s,·i– luppo d'una data religione e de!le sue rnrie ramificazioni; e d'alt ra parte, se si toglie di mezzo il punto di arrivo, il luogo per la rea– lizzazione dell'Ideale, ba.sterebbero la sete profonda di giustizia e di verità e la via lunga, indefinita e piena di spine, che conduce o promett e un paradiso, sebbene di specie div~rsa, }ler dare al nostro partit o un'aria piil religiosa che politica: il nostro è unpartito po– litico sui 9eneris, direi, senza riscontro nella storia. Del resto senza complicarn il mio còmpito con un accenno, anche rapìd iMimo, ai fat– tori economico-sociali, che st'.tnno alla base di una religione e con– tribuiscono col loro trn.sformarsi alla sua variabilità, credo debba esserini ·sufficiente l'esempio della borghesia, la quale, quando co– minciava le sue lotte contro il feudo, si trovava in un ambiente e-

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