Rivista Critica del Socialismo - fasc 3 - mar. 1899
20'.! Rl\'I.STA CRITICA DEL SOCIAL1$ll0 mn.niern possibile con l'interesse collettivo. Noi non partiamo d!l principii assoluti e per ciò stesso non miriamo, Mila nostra con– dotta quotidana , alla migliore delle societ:l. possibili: sappiamo be– nissimo di non potere, semm. danno, aspettare il tempo oppor tuuo per senirci di certi mezzi di combattimento e di realizzazione istm1- fauea, miracolo&'\dell'ld eale; e tutti i giorni lottiamo per strap– pnre qualche cosa. agli avversa.rii, ora in un modo, ora in un altro, contribu endo così nella sola man iera possibile, d:\ speriment..'1.list , alla demolizione del prel'lentee alla creazione lenta dell'aw enire. Se la. concezione socialistica della stor ia si fosse sviluppata sulla iniziale base utopist ica. del diritto e della giustizm astratt:i , noi po– tremmo og:gi con una certa. t.al qual e coerenza tra i principii e la condott..'\ dividerci in due ,~randi fazioni: quella degli ilh1si e degli impnlsi,·i, che giustificherebbero la loro illusione e la loro tendenza a menar le mani ad ogni costo, con la legitt imità dei tentat i,·i di att uare in ogni tempo e in ogni luogo, mercè un po' di buona ro– lont..1.,i principii di gimtizia assoluta , diYina o natural e o sociale: e l'altra dei troppo ])rudenti, dei vili, che giustificherebbero la loro inerzia, la loro ,·ilh\ col pretesto. che i tentati\Ti, gli atti di ogni specie, che non hauno lo scopo di applicnre i principi( del Soci:1.– fonno, non hanno diritto ai nostri sacrificii. Cosi è: ùi nome dell'a,– soluto, dell'imperatù;o categorico, le condotte j)ÙÌ.. opposte direnfano lo.Qiche, alla stregua dello stesso vrinc ipio; e ogni fazione, anzi ogni indi\'iduo, seguendo inconsciamente lo proprie tendenze, anche le piit pazzesche, si trova nel campo della meta.tisica sempre bene !lr– mato contro tut ti gli avver~arii: tutti hanno ragione, tutti agiscono logicn.mente. È la logica formale che giustifica trionfa lmente tutto , dnIle fanta smagorie piil mporose e cervellotiche del pensiero, fino alle manifestazioni più antisociali della condot ta di ogni indi,•iduo umano, seguendo da umile schiam, per fatale legge biologica, le tendenze e i senti.menti indi"iduali più organizzati. ì\la con la co11- dizione moderna del 8ociali!:!mo, se non vogliamo essere tan ti padr_i Zappata, cioè predicar bene e razzolar male, 1Lbbiamo il dovere di aiutare coloro, che si batto no sotto qualunqu e bandiera., per ten– tare nn passo a\'ant i nella storia. Però io credo che si dimezzerebbe, anzi perdiwebbe la sua ra– gione d'essere il uostro partito , se a.ceetta.<ise il consiglio di gettare . nella prati ca., in un ango lo, come ferrivecchi, tutt e le forme dell'I– dealismo. Come studiosi possiamo tentar e di misurar e serenamente sotto il lume della critica obbiett iva.,il m lore, la portata , dei nostri sogni: ma come partito militant e, la nostra funzione specifica., ca– ratte ristica, nella. storin., è e deve conservarsi prevalentement e idea– listica, nel senso che il nostro dovere principn.let la nostra divisa è. non di ottenere le J)iccole riforme di un JJrogra mnm minimo qual– siasi, le quali, senr.a.parlare dei grand i e numeroRi ostaco li che s'op– pongono alla loro immediata reali1.1azione,per sè sole, in nndato mo– mento storico, fuori dell'accumul o progressivo e lento, a tra verso die-
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