Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899

184 1111'1.:il'ACmTIC.\ DEL SOCl:\Ll-':DIO +/\. Cume è nato l'errore intorno al collettivismo per- oui esso snaventa tanto gl'ingenui borghesi '! Ecco: La meta e lo scopo di tutti gli sforzi dell'umanità., dice lo Zini, è ed è sempre strito il benessere proprio .rappresentato da un adatta.mento del\' individuo all'ambiente . Ora con quanto minor sforzo, cioè con quanto meno tempo noi pos– siamo ottener gli oggetti che ci convengouo, tanto più grande è il benes– sere. Ma per migliais,. e migliaia d'anni è certo che l'uomo ha provato un aumento di benessere mano a mano che riusciva a diventar proprietario di dati oggetti - servendosene per soddisfare ai propri bisogni. - Di qui la tenace associazione d'idee tra proprietà e benessere e siccome proprietà è stato un equi\·alente di "t"icchezzae ricchezza un equivalente di oro, di moneta, l'associàzione di idee errata che si è stabilita tra propt·ietà ric– chezza, oro - benessere. Ma è questo l'errore . In un'epoca lontana di rozzezza, di barbarie o di poco sviluppo indu – striale, il benessere corrispondeva e coincideva. colla proprietà, ma nella vit.a e nella società moderna è venuto compiendosi una enorme trPsformazione circa i modi coi quali si opera il soddisfacimento dei bisogni d'ogni ordine. Il maggiore svilup po della civiltà - dice lo Zini giustamente - è ac– compagnato da una pr.Jgressiva disgiunzione del godimento dalla prop1·ietà. Che si possa goder d' una cosa senza possederla materialmente, ce lo mostra l' esperienza d' ogni giorno pùr quel che costituisce le condizioni di clima di modo e di aspetto generale di un paese. Non o· è bisogno di posseder Nizza e Madera per approfittar della dnl- 0ezza del clima, nè di posseder la Jungfrau per appagare i propri bi.sogni est-etici. Cosi di tutte le orere utili che son diveatate condizioni artificiali di una vita superiore, gli uomini pos~ono godere in maniera affatto spon – tanea, senza il concorso di alcun diritto di proprietà. Le strade lastricate d'una città, le gran Ji vie nazionali e provinci ali, i porti sicuri, eco. E' evidente che l'utilità ohe ne potremmo ritrane non sarebbe aumentata ~e qnesti mezzi ci appartenessero in proprio. E il progresso della civiltà è correlativo a questo svincolo sempre maggiore dall' usurpezione privata. di questi va.nt: .ggi rie.ntrati neH' uso collettivo. Le vie sia naturali sia nrtificiali furono un tempo oggetto di privilegio, i diritti di passo e di pedaggio rimasero a lungo nelle consuetudini giuridiche. In tercettare le strade, chiudere i porti, impedire gli approdi, fu per tutto il Medio evo e anche per le età più vicine una vera regola di vita sociale. Al contrario oggi ogni Stato civile cerca di mettere a disposizione di tutti i più liberi e più comodi me2zi di trasporto e quest i diventa.no una vera ricchezza . .Ma tutte le forme della vita moderna tendendo a mostrare pratica – mente come non sia tanto la proprietà, quanto l'usufrutto di una oosa ohe· dà il benessere, spingono insensibilmente verso il collettivismo ohe rappre– senta veramente questo svincolo .del godimento dalla proprieLll.. Si veda per es. come fa notar lo Zini per le "ase. Anticamente eia– senno tendeva ad aveL· una casa propria, assoluta . 'l'utte !e famiglie ricche o povere, patrizie o plebee, possedevano in proprio il luogo della loro sede. Su questo punto è avvenuta una metamorfosi radicale, pochissime fa– miglie vivono nella. oaza propria, perfino gli storici palazzi vengono affit– ta.ti e ~on di rado i p1·oprietari ne escono per andare aJ abitare quartieri

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