Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899
100 Hl\' l:>"r.\ CIUTICA IIF.I, SOCl.\ l.153.11) l'altra clnSS(': nè olTcrmiamo, che i socialisti debbano rimancn•ie– stran ei e indifferenti. Vogliamo anzi parteci pare n.lle lotte tutte , che si combntto no nella. socicl:\ prosente, aiutando i deboli e gli oppressi. Sappiamo nuche noi che la classe operaia non può migliorare sostam:irtlm_ento la sua sorte sotto l'attu a.le regime: e che molti mi– gliornmcuti sono pili nppnrenti che reali, altri sono eltimcri, n.ltr i infine, es~cndo ristretti ad un picco! numero d'individui, corro m– pono quelli che li ottengono, i quali soddisfatti della loro sorte, non pensnno pii1 a quella degli nitri. ~fa noi non dobbiamo J>er questo rimmcinro all:t loth1, anzi dohbiamo 1>er~ \·erar e, dob biamo mostrar e l'ineuflìcien,.,a de" nuglio– ramenti otte111ti, dobbiamo combat tere uon gi:\ le conquisto fa,tto. mii le loro dcgenemzioni - Questa è la, \'j fl, da percor rere : In vin. delle esperienze, dei tcnt.. 'l.fo-i, delle correzioni cont inue, per i quali e per lo quali .si ,,iene formando ne;,.\'li uomini la cosciem~i del nuorn diritto uma no e si vengono elabora ndo le forino concrete per att uarlo. Chi crede che si pOSS.'\ passnre d' un s..1,lto dal presente ordinamento sociale ad un altr o confonne ai principii del Socin.lismo. s'inganna e non ha la menoma prn.ticl\ dello, ,·itn. Err:rndo s'imp..'lra. llisognn non stm1carsi mai di lott.'lre. E si noti, <1uello che ci sprona ad esser pratici, nd n.v\'iciunre le nostre ri,·endicazio11ialle idee e ni bisogni delln. gronde mnggioran1.n. dei nostri concitt..'l.clini,non è il desiderio di schivare la lotta , mn.bensi quello cli nffronL'l.rlu. Non saremo mf\i noi che aderiremo alla e polition di compen– sazione, propostn dnl deputato socialista Heinc, il qw\le sostene\'il nl recente Congresso di Stoooardo., che bisognasse concedere al Go– verno l'aumento delle spese militari, perchè il Governo concedesse al popolo i suoi diritti. Il J>artito socialista. tedesco si trom nl bi,•io ste~o. al qunle si tro, ·en\ fra bre"e il 11ostro: dopo anni ed noni di \'ittorie eletto – rali esso non ha otte nuto il menomo migliommcnto per le classi operaie, delle quali professa di pntrocinnrc gl'interessi. In man– can1.a. di miglioramenti presenti, esso J>romette il millennio. Si ostina. perciò a chiamarsi rivolm:ionario, gioc.'lnd o sul doppio senso della parola rirn luzione; mentre rntti sanno che lr, sun. condotL'\ è la. negnzion(' della tattica e del sentimento rivoluzionnrii. In tutti i casi si tratta di unn. rivoluzione fL lontana. sca.,. de.l1.n. Noi invece ,,ogliamo lottar e, - e non nel Parlamento, mrt nel paese e col paese, - se non per il millennio,almeno per le ri– forme immediate. E desideriamo non restr ingerci nel campo angusto della lotta di classe, ossia. alla questione opernia. Dobbiamo comb:\ttere nuche le batta glie della libertà e della giustizia, e,·itnndo !"errore, in cui i marx isti di qu:\ e di là dcJrA lpi sono caduti, di credere l'uun. e l'altra. estra neo nl Socialismo.
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