Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899
152 Rt r1:ff.\ CRlTIC.\ DEL SOCL\LlSllO amoroso com1mguo. Vidi un vecchio dannato ai ferri, perchè vali– cati i muri d'un orto, si caricò di quanti cavoli potè in una Yolta portarne; e qui la povertà del furto basterebbe a mostrare, quando non fosse apparsa d'altronde, la povertà del rubatorc. Un altro vecchio uscito appena dai ceppi, nei quali, per sue ru– berie, pili anni era stato, corse, 1mò dirsi quasi difilatamente, a in– ,·olare un pollo, di che arrestato, fece lieti sembianti, e diceva, es– sersi in questa guisa assicurato il pane a vita (accennando alla pena perpetua della recidiva.mm )e pesargli meno i dolori dell'er – gastolo che quelli della continua fame, iilla quale di nuovo sa– rebbe ito incontro nella sua libertà . Piango poi massimamente e fremo ogni volta ch'io penso a certe famiglie e a certi parentad i, ove.tutti, uomini e donne e fan– ciulli, sostengono la miserabile vita unica.mente col furto ; e tanta viltà e cattiveria di mestiero, quasi erediti.\.o fide-commesso, tra – smettonsi di padre in figlio. Ma che vo in tanto dolore me av,·ol– gendo e voi, o signori, quando basta il dirvi che nei sette anni di quella mia penosa giudicatura, alla più pai-te dei malefizii porta– ti:1!i innanzi, Yidiessere stata cagione o la povertà, o la rozzezza, la ignoranza, lo s\·ergognamento, la deprrwazione, che le più volte della. povertil. sono pur troppo funesto retaggio 1 :i\la questo male (la miseria) che, come lo disse il Po.rini, è wr.rnasore orribile di mal-i, nella sua deformità più conobbi quando sottentrai al carico che ora soste11go. Tacerò qui dello strazio che mi fa all'a.nima il tromrmi in ogni dì a quello che prima sarebbemi stato duro anche immaginare, voglio dire, il vedere cosi estesamente l'umana compagnia rallentata. e quasi disciolta ne' primi e più sacri suoi ,,incoli, di marito e di moglie, di genitori e di figliuoli, di frn.telli e di fratelli. Nè meno dirò il dolore e Io sdegno in iscorgere cosi spesso andare a ruba le sostanze di Yedovee di pupilli, colpa di quegli stessi che ordi– nariamente per doppio dovere di sangue e di legge, serbarle do– n-ebbero e farle fiorire. - Mi passerò anch~ di questa ingorda caccia di liti, di questi fo. rensi garbugli, di questo succhiare il sangue massime della gente grossa. e battagliera del nostro cont.<tdo. Inconvenienti sono per vero grandissnni, e da impedire al possibile, e che spesso conducono a povertà; ma non sono quelli che principalmente qui voglio la~ menta.re . Che hai, o vedo,,ella, che così piangi. Non sei contenta del tu– tore che ho dato ai tuoi figliuoli 1 Risponde: Che mi giova il tutore? il povero mio uomo la.sciommi sei figli: il maggiorello, di sette anni: il più piccolo nacque sei mesi doJ)Ola morte del padre. Ho anche una vecchia madre inferma. Sola io la,,oro, e, con questi bambinelli da assistere, ben poco la– ,·oro; e questo })OCO è incerto, e meschinamente pagato. Non ho altro assegnamento al mondo. I lenzuoli e le coperte del letto, i
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