Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899

126 UIVJ.5TA CRITICA DEL SOCIALISllO Vedi un esempio. Gli anticlericali rimproverano i socialisti di aver proclamato che • la religione è una cosa privata • e !i accu– sano quindi di essere, magari, gli alleati del prete. Ebbene: guarda i socialisti coscienti; essi diventano tutti anti– clericali. Il reporter del Corrieredellasera lo constatò, meravigliato, per le donne scioperant i di Molinella. Ebbene: vedi i due metodi. L'anticlericale prende di fronte il sentimento religioso, lo combatte e non ottiene quasi niente! Il socialista si preoccupa solo di dare una coscienza socialista al po– vero lavoratore incosciente, e dalla coscienza socìa.lista vede germo - gliai·e irresistibile l'anticlericalismo . • E così si potrd. dire di qualsiasi altra rivendicazione o morale o politica. Ii modo più efficace per ottenerla è di formare la co– scienza socialista. E così dico per le riforme pratiche. Il solo modo per otte– nerle realmente e per dare cosi alle classi lavoratrici quei miglio– ramenti che noi pure desideriamo (appunto perchè da buoni socia• listi siamo convinti che la miseria può fare dei malcontenti e dei violenti, ma non dei rivoluzionari coscienti) è sempre il dare a. queste classi laYoratrici una coscienza socialista. Ecco in che consiste il nostro rivoluzionarismo. Noi non predi – chiamo la rivoluzione violenta, delle barricate, e non predichiamo le riforme prntiche. Ma invece di cadere così, come tu dici, in una evi• dente contraddizione, noi siamo quelli che lavoriamo V'erament'"' ed efficacemente per la trasformazione sociale. Afa tu comprendi, che anche su questo argomento limitato, io avrei tante altre cose da dire. Finisco, per non rubru·ti troppo spazio e perchè, com~ dicevo, son6 problemi che svolgerò ampiamente al– trove. Quello che ho buttato giù, così, in fretta, mi basta per conclu– dere. I. La forza più rivoluzionaria di organi::zazione popolare che possa Cl'earsi e discipliuarsi, è la coscienzasocialista. Il. La coscienzasocialista non sl può formare se non spiegando ciò che del resto i lavoratori capiscono subito e facilmente, perchè sono conclusioni che essi sentono e trO\'ano nella loro vìt.a quoti– diana e non c'è bisogno di essere dott.i per capirle, spiegando i ctt– pisaldi della sociologia marKista, che all'infuori dei dettag li di questo o quel particolare problema di Wcnica. economica, sta in– crollabile su questi dati : - a) il sopralavoro, che solo rende possi– bile e spiega rarriccrimento di chi non lavora - b) la lotta di classe, che deriva come conseguenza ineYitabile dal contrasto di interessi fra chi lavora e chi sfrutta il lavoro altrui - e} il mate– rialismo storico, che io preferisco chiamare determinismo economico, e sulla concezione materialistica della storia, OJme vuole l'amico Ferri, o con la lotta pratica e continua, cume pensiamo noi.

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