Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899
PF.ttCIIÈ E CO)IE SONO SOCl,\LIST.\ 1 [21 l\li credano gli amici del!' Avanti, io conoscevo beni~sf'rno le idee del Merlino, mi era assai facile supporre I' intonazione che egli anebbe tentato di dare ali' orchest rn., e non mi sono i;re!ltato nè ,·olontariamente, nè involontariamente a ( favorire gli sforzi di coloro., che, a ragione o a torto, tentano di demolire l'idea so– cialista , . Se le parole han da servire per distinguere le cose, quel metterci sull'avviso non può avere che un significato morale ; si tratt:t, nè pii1 nè meno, di una vera ammonizione, perchè non è possibile supporre che Bissolati abbia YOluto farci il torto di rite– nerci così analfabeti, da non mper leggere da soli, senza il su.o aiuto, le facilissime cose che si sono scritte nelle circolari e nella Rivista del Merlino. Posto ciò, io ho il diritto e il dovere di fare una domanda pubblicamente, tenuto conto del posto eminente, che meritatame nte occupa il Bissohti nel nostro partito, e della im- - mensa stima che io ho del suo ingegno e del suo caratt ere. J I par– tito socialista. del beato regno italico crede Jlroprio utile che i suoi membri rifuggano dal discutere di socialismo nei comizi e nei gior– nali diretti da uomini, che non siano socialisti o concepiscano il socialismo in modo diverso dal nostro, e nello stesso tempo de,;i– derino e mirino, come è naturale, di trascinare il pubblico Yerso le proprie idee 1 Io lo credo d::t.nnoso : l. perchè si chiudono cosi.delle vie al progresso della verità e dell' Ideale; 2. per l'educazione in– tellettual e e morale di questi poveri membr;, i quali, come ita– fomi, portano nel san~ue troJlpa rettorica, trop}lO dogmatismo, troppa intolleranza, e fuori e in famiglia. E poichè siamo nella via delle dichiarazioni, che, prese super– ficialmente, potrebbero sembra.re personali , ma che in fondo in– teressano la Yita di tutto il partito, continuo e affermo che, quando dò del mnestro a :Marx, intendo darglielo alla stessa mnniera, con cui si dà a tutti i grandi ; i quali in certe cose hanno avuto la vist..'\lunga, acuta, profonda e vasta, e in ta.nte altre si sono in– gannati come la maggior parte dei loro contemporan ei. Nè come milite di un partito, nè come studioso, io accetterei l' aggettivo marxsla, se la mia ribelli one non fosse scambiata per vanità di eccellere: chiamarci marxisti mi }l&repress' a JlOCOlo stesso come se degli astronomi, dei fisici e dei biologi si apJliccicassero come distinti, ·o il nome di un grande astronomo, di un grand e fisico, di un grande biologo. E, se 1'aggettivo collettivista desse luogo a degli e(]Uivoci fra. gli avversari e tra i miei compagni, inducendo h con– vinzione erronea che il mio partito non }JOssae non debba com– batt erP.altre lotte che quelle, che portano o mirano direttamente o indirettamente alla socializzazione, nel fatto e nel diritto, della propri età privata, io lo butt erei volentieri alle ortiche, chiamandomi semplicemente socialista. Va da sè che ta.nto meno vorrei aver di sopra quella vera cappa di piombo, che sono i due famosi agget– tiYi ri,·olm:ionario e lega.lita.rio, se non fosse per avere il piacere di poter gett..'\re il primo sul Yiso ai Jloliziotti e ai loro compari,
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