Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899

116 l!lrJ Sn CRl'rlCA OEr. SOCI.H,1$~10 è parso rispecchiasse npprù inmtil'amente il pensiero intimo di mm buona pnrte dei militi oscuri del ~ocinlismo. Incomincio con la mia professione di fede, che probabi lmente pillT i.\ troppo primitirn e caotica ngH nnc rsari o ai compngni più CYoluti. Noi socin.listi, pensavo e dicevo molto tempo fa, bnsan– clooi, non semplicemente sui fenomeni economici, ma sulla storia e sulla sociologia., credia mo verrà giorno, in cui l'uomo non sn.rà piìt costretto dai bisogni della propria esistenza ad nrnrnrsi di fucili, di c..'lnnoni e di codici per fa.re· il ladro col così detto straniero, col J>roprio concitt.ldino o non rare volte coigenitori, coi frat elli e con le sorelle. Saremo degli utopisti: ma nou dimcnti~ 'l.te che In bestia. uomo si è distaccatn. dalle bestie ed è giunt.'l al punto in cui è, per "irtit di utopie, le quali prima di rcalizmrsi, dest.'lrono di– sprezzi, ire, odii e persecuzioni contro i 1>0,•eri sognatori. }j la storia è da un 1>ezzoche \'a preparan do la rcnli12.nzione nl.la pili belle utopie del ce1Tcllo umano: il giorno, in cui nei co– dici si affermò che nell'inter esse pubblico si può le\'nre la prop rietà pri,•nt:t nl citta dino indenr.iz ;,,andolo con moneffi, sì fece un \'ero atto di socialismo incosciente; un alb·o atto di socialismo incosciente può chiamarsi il senizio milita.re obbligatorio per tutti gli uomini robusti, mentre i deboli e le donne ne rnuno esenti, 1rnr usufruen– done là, do\'e il scnizio militar e è rnntn ggioso; e t..'\ntialtri csempii , si J>Otrebbero citnrc di socialismo incosciente. Un gruppo complesso di fattori e I:\ ripetizione di simili atti, tra cui 1>rincipalissimo l'andar e sempre più estenden<losi del diritto collettivo, sociale di J>roprieh\ a quelle cose che sono indispensabili alla vita cd allo sviluppo fisico, morale ed intellettual e di tutti, hanno prodotto la cosciem.n.socin.lista, che oggi non è pìi1un sogno, ma In. visione netta di una tendenr.n. sorta da lungo tempo nelle società umane ed arrivata a ta l~ gra do di SYiluppo da forci spernre che non è troppo loutami l'epoca, io cui an -emo le prime organiz- 1.nzioni coscicntcmcn to socialiste. Non disconosco certo il mlore delle obbieidooi pili serie contrp il colletfo· ismo: rnn, so s.i spoglia questo di tutto ciò che la fantnsia. ardita ed ardente dei nostri yj ha aggiunt o, io penso che nè i dat i stati stici sulle oscillnzioni della piccola propri età, non comproYanti la sua preYista ngonia, nè gli stati di maggiore o minore prOSJ)e:rit.l pub blica, che si Yogliono-mett cre in rapporto di c: -tu.sa c d cflètto con coteste oscillazioni, nè tutti gli altri argomenti per JJl'O\'flre, dn. un lato l'impossibilità delle realizzazione, e dall 'altro lato i clfinni deri– ,·aoti a I progresso umano dn. una orgnnir.znzionc colletti\·istica della proprietà, ,·:dgono a distruggere la tcodc111.n Yint, rcnlc, opcrnnt e da. un JJezzo nella stori:1,a unzionalir.1.n.rc, collctti,·izr.nre, socializ1.:1re cert e JJrOJJrieL.\p1frnte, divent11.teo riconosciute necessarie o utili nlla collettività in un dato momento (l). (1) Anche qui non mi tro,•o in opposh1;ionc d'idee con Bar bflto: io am-

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