Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899
l'.\"TOU1\O ALI,:\ l'EORI.\ DEf, l'LU.3 \"AI,ORE 111 nel semplice costo, cioè nella quantità di lavoro spesa nel produrli, perchè le cose cambiano di valore con le circostan11e. Queste sono le difficoltà principali del Collettivismo, che io non Yedo come possano essere superate. Ora credete voi che il Bonagiuso prenda a confutare queste mie ragioni? Neanche per sogno. Egli se la caya dicendo che io mede– simo ho citato nomi di socialisti, i qtiali non credono indispensa– bile il piano unico; ed aggiunge per conto suo che, mentre i so– cialisti accettano in massima il piano unico, non disconoscono la legittimità delle eccezioni, e finisce col dire che , il Collettivismo , non si attuerà tutto d'un colpo... ma a poco a poco, da un ramo , a.Il'altro di produ11ionee di distribuzione, convivendo perciò, al– « meno per lungo tratto, col Cooperativismo, col Mutualismo e , anche coli' Individualismo. , Dunque, piano unico di produzione e di distribuzione limitato nd uno o più rami di produzione e di à.istribuzione... e negli altri rami Cooperativismo, Mutualismo, perfino Individualismo! Qui c'è una contraddizione nei termini ! Un piano di distribuzione suppone che tutta la produzione, od almeno la ma.ssima parte di essa, sia esercitata direttamente dalla collettività. Riducete la produzione collettiva ad una, due, tre in– dustrie, p. es. le ferroYie, le miniere ecc. - e non sarà più possi– bile stabi lire una misura di equivalenza fra le cose in ragione del laroro impiegato rispettivamente a produrle, non sarà più possibile un piano di distribuzione. La gestione governativa di uno o più rami di produzione non è Collettivismo, ma, come ben disse il Liebknecht, è Capitalismo di Stato. La cosa è maflifesta. - E notisi. Quando io ho dimostrato che il pìano unico non Ya,Bouagiuso mi risponde: -- sapemmcelo; che la descrizione della societù. futura del Bebel· - uno dei capi riconosciuti del Socialismo internazio– nale - è utopica, mi risponde : o chi ne dubita 1 - che la rimu– nerazione del lavoro non si può fare esclusivamente in ragione delle ore di la,·oro, Bonagiuso rn1 risponde: ne convengo anch'io ! Egli grida su tutti i toni che io ho sfondato delle porte aperte, che ho combattuto mulini a vento, che ho scritto per darmi l'aria di su– persocialista . Quando poi ho detto che la socializzazionedeve cadere sulle ren– dite differenziali, non sulle cose stesse, che la produ11ioue de,•e es– sere organat a dagl'indi,·idui e dalle associazioni, non dalla colletti– ,·ità, che deve esservi libertà di lavoro e di cambio, che il Yalore rii cambio delle cose dev'essere determin ato dalla dimanda e dall'of– ferta, non per tariffa stabilita. dall'Amminist razione collettiva, il Bonagiuso non potendo più dire che queste mie proposizioni siano :.Lmmessedai socialisti, passa oltre, gira la posizione e mi investe di
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