Rivista Critica del Socialismo - fasc 2 - feb. 1899

111\'lST.\ CRITICA DEL SOCIALl:·rno Dico in generale delle idee da me esposte in questi tre volumi; ma doYrei di.re d'una parte d'esse: perchè della mia critica alla teoria economica di Marx, la teoria del valore, - critica che io ho appena. accennata., ma che Yedo con J)iacere proseguita da. un giovane colto, il Grazia.dei, nel libro su citato come veggo con pia– cere J)roseguita dal Sorel e da. altri la. critica delle dottr ine tutte, professate con o scnzfl. l'autoritA di Marx dai socialisti, che si ad– dimandano marxisti, - di questa parte, dunque, de' miei libri il llonagiuso non si occupa.. Ed io a. mia. volt.'\ non mi occuperò di quello che il Bona.giuso -sc1fre nel primo articolo intorno a.I l'alore delle riforme transitorie: ne ho parlato fin troppo nella risposta al Ferri (I) e a,Tò forse oc– casione di ritornarci sopra. Risponderò invece a ciò che egli dice nel secondo articolo in– torno alla mia confufazione del Collettivismo. E dico subito che io non ho ::wuto la fortuna di farmi capire. Io ho fatto un ragiona.mento semplicissimo. Ho detto: il Colletti– Yismo è quel sistema nel quale un'Ammini strazione centra.le , nel– l"interes.segenerale, amministra la. ricche?.1.a d'un paese, fa il bi– lancio socia.le di tutto ciò che si de\'e produrre, anno per anno, or– ganizz:1,la produzione, distribuisce il lavoro e }>Oi, calcolaodo il la– voro eseguito per produrre i Yarii oggetti di consumo, stabilisce il valore di ciascuno di essi in relazione al numero di ore di lavoro impiegate a produrlo, e attribuisce a ciascun lavorat ore una parte di prodotti proporziona le al lavoro da lui compiuto. Cosi lo hanno definito, spiegato e descritto tutti i collettiYisti, dal Guilla.ume, che fu il primo a trattarn e in un opuscolo ora. di– mentic..1,to, fino a llebel. Ora questo sistema non regge, non è pratico, non è a.ttuabile, per molte ragioni, che ho spjegato a lungo ne' volumi su indica.ti : una delle qua.li ragioni è che sono tali le ineguaglianze delle si– tmizioni e della produttività delle varie parti del suolo di un paese e delle varie industrie e delle capacità e delle energie e de' bi– sogni degrindiYidui,che non si può fare un piaoo gener11-le, fi.ss .. 'l .re un eguale la,•oro per tutti, e una rimunerazione proporl.iona.ta alla rlurat..1.del lavoro : in certe località, in certe industrie il la.,·oro è pilt prodnttil·o, ma non sempre si può dire se la maggiore produt– tivitt\ è do,•uta. alla natura del suolo o della produzione, o,•Yeroa.I zelo e all'abihh\ dei lavoratori; e non c'è modo di decidere chi debba occu1)a.rele situ:\zioni migliori, uè si può obbligare l'individuo a lavor:.wecon un dato grado di energia., e nel tempo, nel luogo e nel modo prescritti, e a. rilasciare i prodotti alla colletfo•ità, per conteut.'l.rsi della quota. st..'\bilita; infine non si possono abolire i cambii indi,·iduali e tissru·e In. ragione di cambio tra.' yarii prodotti (l) V. il primo fo.soioolodi questa Riv ista.

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