Rivista Critica del Socialismo - fasc 1 - gen. 1899
SULl,A CALABRIA Proprietàcollettiva. Le forme vere e proprie di proprietà collettiva, che un dì :ic– compagna.\'a. la. feudal<',sono spn.rite. Ne restano - testimoni su– perstiti - alcuni usi civici, raramente t:l scarsamente consen ati, e sot– tratt i alla rapa.citi\.moderna dei grandi proprif:'tari (tutelat i nelle loro ruberie dalle a.ntorit:\), pill per la energia della popoln.zione che per la protezione della legge. Restano ancora i ricordi melan– Cl:Onici dei vecchi contadini, i quali diranno al ricercatore che molte iii quelle terre, ora costituenti il latifondo del signore (senatore, deputato o capo di un'ammiuistrazione pubblica) in epoca. non lon– tana , appa,rtennero a tutti , e tutti i cittadini le godeYano alle stesse condizioni, senza invidia., in pn.ceed eguaglianza quasi perfetta · e rara.mente turbata. Degli antichi usi civici - diritt i colletti,·i della gente pover:L - restano quelli di JJascolare,a.pprom[Jionarsi di legnamorte. rac– oorre ghiande e casta.qne cadute tiPllevie rurali, JJ<trleci_pare al di– ritto di fida ed altri minori. QtH"i-ltÌ usi si mantengono più tena– cemente là <love esiste la grande proprieti\; aicchè tra i signori ed i villani (cosi sono chiama.ti J>er disprezzo i contadini) sorgono continue liti, risolute dalle autorità amministrative o giudiziarie costuntemente a maggior gloria del Dio-proprietnrio. Una volta c'erano, accanto al deirnrnio feudale, al regio, al badiale (demanio di chiese e monasteri) i demani. uni·versali, vero ager vublicus (proprieti\ comuna.le ), che 1,er il cara.ttcre speeiale di collettir ità che lo distingue presenta. la più grande analogia con quel nuo,·o ordinamento della proprietà rurale, vers6 cui tendono i socialisti. Ma anche questa benefica form~ di possesso impersonale è ot·– mai quasi sparita. Il principio rlella proprietà individuale fu cre– duto il migliore dei profilattic i per ricostituire l'organismo sociale, ma nel fatto le leggi, ispi1ate a favorire questo princip:o, rla,ll'oc– cupazione francese (1806) in poi, sino ad oggi che ormai :dtr:i eco· nomia non è riconosciuta, han servito a distruggere quel poco di civiltà e di benes 0 ere che era diffuso nella massa. popolare. Si pensò che il mezzo migliore di estinguere il pauperismo fosse quello di assegnare a ciascuna famiglia proletaria una. pic– cola quota di terreno, e cosi buona. parte del demanio regio, e alcuni demani comunali furono ripartiti ed asSegnati ad altret– tante fami,!:die. Nel solo circondario di Cosenz:1~ e in soli quindici comuni. furono ripartit i ettari 4,120,44 a 3725 coloni, e nelle tre provincie si calcola. a circa 100,000 ett. .1.r i il terreno quotizzato. La. maggior parte di queste quote furono venduto, e costituirono cosi la media proprietà.; altre furono usurpa.te dai griuidi pt·oprie– t.ari limitrofi, e non si trovò nessun giudice che 0$..'\SiC condann.lr e i ladri. •
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