LORENZO RESPIGHI NEL SESSANTENARIO DELLA MORTE Stanno ora per compiersi sessanta anni dalla morte di Lorenzo Respighi; astronomo di altissimo valore per profondità d'intelletto e vastità di dottrina ed insieme anche veramente grande per la fermezza di carattere e l'alta dirittura morale, congiunte ad una squisita bontà di animo e ad una profonda fede religiosa. E noi stimiamo di far cosa grata ai lettori, tracciando ora un profilo biografico e scientifico di questo nostro insigne predecessore, nella cattedra e nella direzione dell'Osservatorio di Roma; e ciò tanto più che le circostanze di guerra non permisero di commemorarne degnamente il cinquantenario della morte. Lorenzo Respighi nacque il 7 ottobre 1824 a Cortemaggiore, presso Pi-.cenza, ,da Luigi e Giuseppina Rossetti e, compiuti gli studi medi a Parma, conseguì nel 1847 la laurea in matematica ed ingegneria all'Università di Bologna. Tanto brillante fu la sua carriera scientifica e tanta la stima che i professori nutrivano per il giovane che, due anni dopo la laurea, nel 1849, essendo rimasta vacante la cattedra di meccanica ed idraulica, la Facoltà volle affidare a lui quell'insegnamento fondamentale. Ma il Respighi, più che all"ingegneria, si sentiva chiamato alla scienza pura ed in particolare allo studio dei cieli ed in conseguenza nel 1851, appena ventisettenne, abbandonava l'idraulica, che pur avrebbe potuto dargli onori e lucri, ed assumeva come titolare la cattedra di astronomia a cui era annessa la direzione dell'Osservatorio di Bologna. Importanti e multiformi sono le ricerche scientifiche del Respighi in questo primo periodo della sua vita accademica, nel grande « Studio » bolognese. La sua attività di ricercatore e di pensatore si apre, per così dire, con una memoria di matematica pura, sui principi del calcolo differenziale; memoria che ebbe l'onore di essere presentata all'Accademia delle Scienze di Parigi da uno dei più grandi matematici del secolo scorso: Agostino Cauchy. Come è noto, il calcolo infinitesimale (differenziale ed integrale) ha basilare importanza per lo studio di tutti i fenomeni fisici; perché la natura, come dicevano gli antichi, non f acit saltus; e cioè procede per gradi infinitesimi. Ma, nella sua prima forma, esso era in gran parte fondato sopra l'intuizione e mancava quindi di un vero rigore matematico; tanto che lo
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==