412 ROSA ALBA SQUADRILLI Dunque le Leggi del Discorso della Montagna sono indistruttibili? Ha voluto forse lo scrittore dimostrare che l'umanità si è inflaccidita in presunzioni di privilegi e di beatitudini vergognosamente usurpate ed aspirate, dimenticando la propria nullità, l'angoscia della penitenza, la bontà dell'amore, e nell'istesso tempo l'importanza suprema delle proprie azioni? Che fa il chirurgo per combattere il cancro? Non cerca forse di individuarlo, diagnosticandolo, per espellerne radicalmente tutto il marcio? Rispondere a queste domande sarebbe un coartare le intelligenze e non farle più riflettere con libere conclusioni. Tuttavia non bisogna passare sotto silenzio che lo scrittore riconoscendo nella vita il dovere della responsabilità, l'impegno dell'azione, il dolore della penitenza, che per lui s'identifica con l'angoscia, rispetta i filoni essenziali di un'etica umana. E perché credere che egli voglia volgere al male più che al bene? E non piuttosto desideri per una vigilante virtù, il consenso, l'aiuto del- !' altro, del suo prossimo? Si fa tanto rumore sul suo aspetto pornografico. Si mormora scandalizzati e.... soddisfatti che è un «porco». Eppure chi legge i suoi trattati, i suoi romanzi, i suoi drammi con animo ed intelletto sereni, riflettendo, può constatare che l'autore sogguarda i suoi personaggi per fotografarli, ma non vi si impegna. Quel che l'appassiona è la sua tesi esistenziale. E se questa nostra civiltà bene è stata definita da sacerdoti « civiltà di peccato», la pone sotto gli occhi del lettore così reale com'è, nei suoi lati repellenti. E fa scaturire finalmente - questo importa - il grido d'orrore e di nausea capace di combatterla. Non cerca il turpe per il turpe, l'impudicizia per l'impudicizia sottilmente elaborati e velati, così com'è proprio dei corrotti che vogliono sedurre. Ma nella narrativa è materialista per dire: guardate, tutto l'orgoglio ci ha condotto a questo: a tutto questo male, per nostro castigo. Coraggiosamente spoglia il vizio da ipocrisie bigotte o crepuscolari perché il peccato si vanghi: e dal concime rifioriscano frutti. E se il puzzo è nauseante, la colpa non è del Sartre. Se avesse trovato sotto il suo obiettivo una società morale, così l'avrebbe descritta. Non si affondi ancora il concime nelle zolle per non farlo percepire. Anche ad infertilire la terra ci vuole materiale adatto. Bisogna sapere con chi si ha a che fare. Solo così, nel disagio, vedendo le nostre miserie senza maschera, senza belletto, senza droghe, potremo risentire lo slancio di compatte virtù e cercare con umile eroismo di rinsavire; per difenderci dal caos e dal male. Studiando uno scrittore non dovrebbe essere indispensabile ricercare nelle sue opere se egli ammette clamorosamente Dio, il Cristianesimo, la morale, se appartiene a questa o a quella filosofia, a questa o a quella politica, per sterilizzarne i bacilli secondo i propri tornaconti. Per tanti scrittori è stato fatto. C'è il vezzo anzi di esumare i morti e di renderli gloriosi o
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==