Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

JEAN PAUL SARTRE l'Imaginaire. Dove con una descrizione fenomenologica dell'immagine giunge a ricollegare il percepire e l'immaginare, ed a far sì che realtà ed irrealtà possano di nuovo vivere in buona intesa, negando l'esistenza di un incosciente e rigettando le pretese del determinismo psicologico; giacché per lui l'immaginario è « la conscience toute entière en tant qu'elle réalise sa liberté ». Ebbene, prima della guerra, anche se egli si era fatto notare nella prosa narrativa, pochi francesi si erano resi conto del significato delle sue operette filosofiche. Claude Edmonde Magny, qualche anno fa, rilevò con acume che la rappresentazione nel 1943 del dramma in tre atti Les mouches spiegò la novità del1'2tteggiamento sartriano dinanzi alla vita. Tra i due dilemmi d'esistenza, quello rappresentato dal romanziere, quasi sempre mitomane e folle e quello rappresentato dal filosofo che, distrutto il mondo immaginario, irreale, sente l'assurdo della vita quotidiana simile ali' assurdo della vita dell'albero e del sasso, il drammaturgo giunge ad affermare la necessità di una coscienza nel mondo: e mostra un cammino di salvezza arrivando alla tesi di una libertà che fa assumere all'essere la responsabilità, piena, della sua condizione umana - pur così ambigua ed incompensibile com'è e come appare - e perfino nel delitto. Infatti l'Oreste de Les mouches non è più l'eroe greco trascinato dal fato: ma è l'essere che, assumendo tutta la responsabilità del matricidio, cerca di liberare se stesso e gli uomini dalla servitù della vecchia morale di Egisto e dal regno delle Mosche ( 1). E utile sottolineare che, fin dal suo sorgere, la psicoanalisi esistenziale del Sartre vorrebbe restituire all'uomo, sia poeta che filosofo, la coscienza di una sua accidentalità d'origine, anche se assurda, che lo renderebbe libero. Basandosi su tale premessa si capisce perché le sue teorie si differenziano da quelle degli altri esistenzialisti, perché vogliono trovare la rivelazione dell'assurdo nelle cose in se stesse e non nelle relazioni che l'uomo ha con esse e con il mondo. ( I) Egli uccide gli assassini di suo padre, Agamennone, nella convinzione as.:iluta di vendicarlo giustamente: non sente il bisogno di credere colpa il proprio atto e di attribuirne !"istinto ad un destino olimpico (incombattibile), come invece fa, nell"incubo del rimorso, la timorata Elettra. Dinanzi al popolo d"Argo, al Pedagogo, al Gran Sacerdote ed agli dii patrii, Oreste si pone al di là di ogni legge, proclamando la libertà della coscienza individuale. E, combattendo la fede e le istituzioni pagane, l' A. allude anche alla liberazione dai vincoli religiosi e morali portati dalla concezione umanistica-cristiana; -che per lui delimiterebbe la libertà dell"essere. Gli individui, pur seguendo leggi morali, non possono giungere ad un Cielo intelligibile: tutto si riduce al nulla. Il branco di pecore Niel:z9Chiano è divenuto regno sciamante di noiosissime mosche. Sembrerebbe che, in questo dramma, il Sartre abbia imitata la teoria del bene e del male del filosofo tedesco. Ma, approfondendo il suo pensiero, s" intravede non una sfrontata, soddisfatta, satanica ribellione dell'uomo a Dio. t;; piuttosto una dolorosa accettazione della condizione umana in tutto l'orrore che ne scaturisce per chi si è ridotto a viverla in un assurdo ateo. 2i. - Quaderni di Roma..

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