LUOGHI E MONUMENTI DELLA LEGGENDA ROMl/LEA 395 probabile; non solo per la tradizione, che parla costantemente di tomba, (e in mancanza di argomenti sicuri non vedo perché essa debba essere impugnata), ma anche per l'analogia che il basamento stesso offre con talune tombe a edicola segnalate qualche anno fa in necropoli dell'Etruria Marittima, a Vetulonia e Populonia, non meno che per il carattere indubbiamente sepolcrale e dei leoni e del tronco di colonna conica, testimoniatoci parimenti dai monumenti etruschi. E monumento di ispirazione etrusca, nell'architettura e nella decorazione, ha da considerarsi questo del Foro. Nel quale tuttavia più che una tomba vera, come opina il Goidanich, ( il Lugli pensa a due tombe separate, una nel basamento quadrangolare, l'altra nel basamento ad U) sarei incline a credere si debba riconoscere una tomba onoraria, un cenotafio: come ad Atene si venerava sull'acropoli la tomba di Cecrope, e nell'agorà quella di Teseo, come ad Olimpia quella di Pelope e a Cirene quella di Batto, così nulla vieta di credere che anche i Romani abbiano voluto ad un certo momento, ispirati forse dall'esempio di città greche con cui erano venuti in rapporto, venerare il loro mitico fondatore nel centro stesso della città ( 1): e forse, ove si riuscisse a determinare il tempo in cui il monumento fu costruito, l'ipotesi potrebbe avvalorarsi di nuovi elementi. Comunque anche qui, come per i monumenti della Roma primitiva sul Palatino, il campo è aperto ad ulteriori esplorazioni: se la mirabile e geniale attività del Boni ci diede risultati di cui ancora oggi riconosciamo l'altissimo valore, essa non esaurì il compito: come sempre, dicevo in principio, ogni scoperta, ogni soluzione di un problema, nuovi quesiti pone, nuovi orizzonti apre alla ricerca: e sono orizzonti ricchi di allettamenti, come quelli che, se svelati, ci darebbero modo di penetrare più addentro nelle circostanze e nei tempi che videro il sorgere della città, che non noi soli consideriamo nostra perché nostra patria, ma tutto il mondo riguarda come sua, perché culla e fonte della sua civiltà e maestra della sua fede. PIETRO ROMANELLI. (!) Il culto della tomba dell'eroe o del fondatore in relazione col luogo delle pubbliche adunanze apparterrebbe al patrimonio spirituale dei popoli indo-germanici, secondo il GoESSLBR (in « Bericht Gber VI intero. Kongress arch. Berlin 21-26 August 1939 », p. 184 segg.). Per la diffusione di esso nella Gallia romana v. GRENIBRin « Compt. Rend. Acad. Inscr. », 1943, p. 360 segg.; 1944, p. 221 segg.
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