Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

394 PIETRO ROMANELLI attendibili: ma essi m questo caso peccano di un grave difetto: quello di riferirsi non propriamente all'area sottostante ai monumenti, ma ad un'area adiacente: perché in verità al di sotto dei monumenti non è stato mai ancora scavato. Ora, specie ove si rifletta alle ineguaglianze del suolo in tutta questa zona fra l'estremità nord-occidentale del Foro e le pendici del Campidoglio, tale circostanza appare ancora più importante per renderci cauti nell'estendere i risultati di ogni esplorazione stratigrafica al di là dei punti ove essa è stata eseguita. Questo è dunque quello che ora resta a fare: saggiare sotto i monumenti, e in particolare sotto il basamento ad U, e accertarsi quali sono i materiali che si rinvengono sotto ad essi: questo solo elemento potrà darci il terminr,s post quem per la loro costruzione. Lavoro sotto ogni aspetto delicato, e non scevro di difficoltà, ma che non credo impossibile a fare: più di uno studioso, fra quelli che si sono occupati dell'argomento, lo ha invocato, e sarei assai lieto se mi fosse dato affrontarlo. Forse, non oso dire certo, questo lavoro potrà darci anche qualche lume intorno al carattere dei monumenti stessi. Se dapprima pochi dubitarono potesse trattarsi di una tomba (vera o onoraria, poco importa), sulla base della tradizione letteraria, della presenza del tronco di colonna conica, che il Comparetti giustamente avvicinò ad altri analoghi segni di tombe etrusche, non mancò tuttavia chi affacciò altre interpretazioni: il Milani ad esempio che parlò del Mund11s, il Pais del Volcanale, il Maes del Laetts Curtius. Queste ultime interpretazioni sono cadute per le successive scoperte· che hanno fatto riconoscere in altre parti del Foro e il Volcanale e il Lacus Curtius: quella del Mundus è stata ripresa, con argomenti più solidi ma pur essi poco convincenti, dal Weinstock, dallo Hedlung e, con qualche variante, dal Leopold. All'idea di una tomba facente parte di una vasta necropoli stendentesi dai piedi del tempio di Antonino e Faustina, dove fu messo in luce il sepolcreto arcaico, fino alle falde del Campidoglio, si attiene ancora, dopo il Leifer, il Goidanich, mentre all'idea di un complesso di carattere sacro, anziché funerario, accedettero in passato il Pinza e lo Studniczka, e di recente il Gjerstad. Per il Pinza il basamento ad U era un'edicola analoga a quella di Giuturna; lo Studniczka congiungeva insieme l'opinione della tomba con quella del Mundw: il basamento quadrangolare, dietro al basamento ad U, era un altare per sacrifici; il basamento ad U era pur esso un altare con una fossa per offerte nel mezzo: sul concio che è nello spazio fra i due podi dei leoni si sarebbero uccise le vittime destinate al sacrificio in onore del- ['eroe. Il Gjerstad ricostruisce pur egli nei due basamenti ( il quadrangolare e quello ad U) un'edicola, avanti alla quale erano due leoni e, nel concio mediano tra questi, un'ara. Invero a me sembra che il carattere sepolcrale del monumento, e in particolare del basamento ad U, sia da ritenere, se non certo, almeno il più

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