Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

390 PIETRO ROMANELLI certezza: ché, è ovvio, è più facile procedere dal maggiore al minore che viceversa: a meno che domani una scoperta fortuita non ci ponga inaspettatamente sulla traccia del monumento: il che invero non appare molto probabile. Raccolto nella cesta ai piedi del colle avanti la grotta del Lupercale, dopo avere abitato sulla vetta del Palatino che guarda verso il Velabro ed avere fondato la città cui sì alto destino era riserbato dalla Provvidenza nel mondo, Romolo sarebbe stato, secondo una tradizione, rapito al Cielo durante una violenta tempesta, secondo un'altra ucciso dai senatori per avere assunto atteggiamenti tirannici: più tardi la sua tomba si venerava presso il Foro nel Comizio. La sua tomba, o quella del padre putativo, Faustolo (lo stesso scambio che abbiamo visto avveniva per la sua capanna sul Palatino), o dì un suo compagno d'arme, Osto Ostilio, il padre del terzo re dì Roma: le tradìziçni erano invero contraddittorie, né poteva essere altrimenti: ché se Romolo, secondo la più attendibile di quelle tradizioni, o per lo meno secondo quella accettata come canonica al tempo di Augusto, era stato rapito al Cielo, il suo corpo non poteva essere stato sepolto nel Foro. Comunque qui, nell'area del Comizio, i Romani della fine della repubblica veneravapo un locus funestus indicato da un lastricato di marmo nero, ben visibile e bene individuato in mezzo al piano dì travertino che formava il pavimento della rimanente area della piazza: « Niger lapis in Comitio locum funestum significat »: scrive Festo, derivando da Verrìo Fiacco. Il lastricato è fuori di ogni dubbio quello che fu scoperto dal Boni cinquanta anni or sono ( anche se, propriamente parlando, quello rinvenuto può appartenere ad un tardo restauro o rifacimento del quarto secolo d. C., come qualcuno, e forse non a torto, ha supposto), e sotto al quale lo scavo riportò in luce un singolare complesso di monumenti di età molto antica, tutti più o meno parzialmente guasti, ma non distrutti, anzi intenzionalmente ricoperti da uno strato dì interro e quindi, sopra a questo, dal piano di marmo nero. I più chiaramente individuabili dì tali monumenti sono, come è noto: un basamento in- tufo dì Grotta Oscura a forma di U, i cui elementi laterali presentano una cornice di tipo tuscanico: tra le due braccia dell'U è un blocco ìolato, che comunemente si crede (ma la cosa non è sicura) essere in situ; un secondo basamento dietro al primo, dello stesso materiale, e allo stesso livello di questo, ma di forma quadrangolare e un po' più corto di esso; un cippo, pure di tufo di Grotta Oscura, dì forma quadrangolare, con iscrizione bustrofedica 'sui quattro lati, tronco nella parte superiore, e poggiante sopra un piccolo stilobate; un tronco di colonna, di tufo di Monteverde, di forma conica. :E interessante osservare che taluni di questi monumenti possono facilmente accostarsi a quelli di cui gli antichi autori

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