STORICITA DELLE LINGUE 1. Il probJema della lingua è fondamentalmente questo : attraverso quale processo e sotto quali condizioni un complesso fonico assume un significato generale e lo mantiene come una funzionalità permanente fuori dalla funzione? Il primo aspetto, quello dell'assunzione del segno fonico a esponente di un valore semantico, valido cioè per un gemu, rientra nell'ambito generale della problematica delle forme simboliche, così attentamente studiata dal Cassirer. Il secondo, ed è di questo che vogliamo ora occuparci, pone invece la questione delle modalità e delle condizioni in cui l'attività linguistica realizza la propria forma come una realtà oggettiva. Poiché l'atto linguistico è agire individuale, 'parola·, ed è quindi libertà del parlante, ma, d'altra parte, in quanto si esplica in una data lingua, tale libertà è obiettivamente determinata, si tratta di vedere quale sia il terreno in cui, senza uscire dal piano individuale, subiettività ed obiettività si unificano. Di solito tale problema viene evitato, lasciando la ' parola ' sul piano del- !' individuo e trasponendo la ' lingua' nella sfera della società. Ammettendo per la seconda origine e carattere sociale, il problema della sua oggettività viene solo apparentemente, risolto, poiché esso risorge immediatamente non appena occorrerà dare una risposta alla domanda del perché le lingue si trasformino. Difficilmente oggi ci si potrà appagare di spiegazioni generiche che propugnino tendenze ed impulsi avverantisi quasi automaticamente nel corpo sociale, quando è risaputo che alle radici di tali tendenze e di tali impulsi agiscono necessariamente motivi individuali, per il fatto stesso che non vi è società la quale non sia d'individui. Non meno semplicisticamente si era in precedenza considerata la lingua e tutte le altre realtà di carattere ed estensione superindividuale nel quadro della psicologia collettiva, della Volkerpsychologie, intendendosi con questa « quei processi psichici che sono alla base dello sviluppo generale delle comunità umane e all'origine dei prodotti spirituali comuni di valore universale» (1). A questa dottrina il Paul (2) poteva facilmente obiettare che di una psicologia collettiva non è legittimo parlare, poiché il fatto psicologico si compie sempre nell'ambito della psiche individuale, anche se è risultato di un'influènza sociale. Difatti, il momento psichico in quanto tale appartiene alla natura dell'uomo, la quale ha la sua realtà solo negli individui, e cioè in quella libertà che a tutti è comune, ma che si determina variamente nel rapporto di ciascuno con la propria fisicità. Sociologia e psicologia collettiva sono parimenti inadeguate a rendere conto del trasformarsi delle lingue, e il richiamarsi ad esse non giova se non a spostare nella cerchia di nozioni approssimative e imprecise quello che deve trovare la sua spie-• gazione nella realtà della natura umana. Tanto varrebbe ritornare alla nozione dello ' sviluppo organico ', che il secondo Romanticismo assunse a spiegazione del ( I) WUNDT,Viilkerpsycho/ogie, I Die Sprache I 4 , 1921, p. 1. (2) PAUL, Prinzipien der Sprachgeschichle •, 1920, p. 12.
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