Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

PAOLO BREZZI incorporati nel mistico corpo di Cristo in virtù della grazia e della loro libera adesione. Per il Cristianesimo - e bisogna comprendere bene entro quali limiti questa affermazione deve esser presa - non vi è più storia perché Gesù, figlio di David, figlio di Abramo, è arrivato al termine di una plurisecolare storia pervasa ed unificata da aspirazioni messianiche ed ha rivelato Dio agli uomini, ha comunicato loro i doni più preziosi. Incarnatosi una volta per sempre, il Figlio di Dio ha dato agli uomini la potestà di divenir figli di Dio ed ha iniziato la nuova età dell'alleanza destinata a non finire mai più (1). Da questa totale assenza di messianità nel Cristianesimo deriva in esso quella noncuranza per la narrazione storica che è stata più volte messa in rilievo da studiosi di tali argomenti, anche se non sempre è stata esattamente valutata ossia compresa nella sua genesi ideale. Se lo schema completo dello sviluppo storico è già tutto disegnato ed è già stata annunziata la finale del dramma; se nelle Sacre Scritture si trova già esposta quella storia che ha importanza per il credente (ossia i momenti essenziali delle relazioni tra Dio e uomo), consegue che i singoli casi che occorrono nella vita di ciascun uomo e nella serie dei secoli non saranno altro che cronaca, esemplificazioni di principi generali, e quindi in certo senso già noti; la storia potrà essere ancora una conferma ed offrire un nuovo materiale ad un sistema già completo in se stesso, ma i particolari in tale concezione storica non possono rappresentare altro che una riprova, quasi superflua, di una verità di cui non si dubita (2). Il cristiano è di conseguenza sottratto alla storia, egli può contemplare con un senso di distacco la storia per quanto dolorosa sia perché essa è un po' un gioco, non in senso scettico, ma perché è ciò che fa passare il tempo in attesa della fine del corso storico mondiale. Ed ecco allora spiegate le varie esercitazioni compiute dai vari storiografi cristiani sul periodizzamento; sono successioni di epoche che vengono catalogate perché formino un piano organico; sono ricerche di anticipazioni nell'Antico Testamento e di realizzazioni nel Nuovo. La storia diventa una profezia di cui si dà un'interpretazione tipologica con riferimento a date figure ed a certi avvenimenti. Siamo sempre nello stesso ordine di idee, cioè che il Cristianesimo è soltanto l'edificazione nel tempo di un mistero nascosto in Dio dall'eternità, perciò le varie tappe sono note, fissate e non aggiungono nulla; dalla preparazione si passa all'attuazione per finire nel compimento ultimo (3). (1) P. BREZZI, Homo-deus. I.A teopoiesi nel pensiero cruJ/ano dei primi secoli, in Rendiconti Acéademia dei Lincei, dasse Scienze morali, giugno 1947. (2) P. BREZZI, Ottone di Frisinga in « Bullett. Istit. Stor. !tal. per il Medio Evo », n. 54, 1939. (3) DANIELOU, cit.; il libro di O. CULLMANN Il ritor110di Cristo cit. ha il merito di aver sottolineato l'esistenza di un avvenimento decisi'vo ed unico nella storia, a giudizio dei

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