Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

LA COSCIENZA DELLA STORIA NEL CRISTIANESIMO ANTICO 359 Qui si potrebbe constatare un esempio della tipica posizione cristiana di un radicale rivoluzionarismo di fronte al mondo, ossia di una totale inversione nei criteri valutativi di ciò che è già costituito, che si trasforma in un conservatorismo che accetta il dato come manifestazione della volontà di Dio. La cosa è evidentissima nell'atteggiamento politico dei cristiani dei primi secoli (1) ma ritorna anche in questo campo cioè possiamo dire che, nel giudizio relativo alla lunga serie degli avvenimenti storici precristiani, si passò dall'affermazione dell'assoluta novità del Cristianesimo alla ricerca dei precedenti di esso e di una rivelazione avant la lettre, giustificando la storia passata ed assegnandole una funzione pedagogica; Dio ha educato l'umanità attraverso le varie prove e, come ha dato agli Ebrei la legge, ha dato ai Gentili la filosofia ed altri strumenti che servissero di preparazione in attesa dell'unico episodio veramente importante nella storia, a giudizio del cristiano, cioè la manifestazione di Cristo. La storia si divide pertanto nel passato, che non è solo ciò che precede ma tutto il tempo dell'attesa orientato interamente verso il presente, e nel presente che non è solo per un istante ma è il tempo della salvezza e della decisione che impegna ciascun uomo per tutta l'eternità (2). Possiamo esprimere in termini cristiani quanto abbiamo finora constatato ~icendo che il Cristianesimo, dopo esser stato preceduto da una lunga preparazione messianica, non ha più in sé alcun elemento messianico, ossia non attende più che avvenga alcunché che possa esser considerato come un coefficiente decisivo della propria concezione del mondo ( 3). Tutti i fatti principali sono già in realtà presenti soprattutto perché « il Cristo è entrato una volta per tutte nel Santo dei Santi » come si esprime la lettera agli Ebrei, ossia la venuta e l'opera del Cristo hanno un valore unico, irrevocabile. « Voi siete già figli di Dio »_afferma San Giovanni; « voi siete già risuscitati in Cristo » ribadisce San Paolo, cioè l'umanità è ormai sostanzialmente salva, la redenzione ha portato un cambiamento qualitativo che è definitivo; quel che il Cristo ha comprato a caro prezzo è ormai acquistato per sempre; il mondo nuovo è arrivato, il dominio del male sul mondo è stato spezzato, il demonio alligatus. Pertanto, se gli avvenimenti più decisivi della storia sono stati compiuti, al di là del Cristianesimo non vi è più nulla ed esso è veramente il novissimus, l'ultimo; è il secolo futuro presente in modo misterioso nel mondo (4). Tutto quello che ancora si compie nel tempo è soltanto il lento disvelarsi di una realtà attuale ma nascosta; « non vi è più condanna per quelli che sono in Cristo » osserva San Paolo per illustrare il concetto che una fine felice è assicurata a coloro che sono ( l) P. BREZZI, Cristiane1imo ed impero romano, Roma, 1944; id., Le dottrine politiche dei Padri della Chie,a, Milano, 1949. (2) 0. CuLLMANN, Il ritorno di CriJto, Roma, 1949. (3) FÉRET, cit. paJJim. ( 4) H. RAHNER, La théologie calholique de l'histoire, in « Dieu vivant », n. 10.

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