356 PAOLO BREZZI valso per la sua diffusione dei più diversi fattori storici; è innegabile che fuori della storia e senza la storia il Cristianesimo non sarebbe sorto e non avrebbe senso, anche se questo non implica che esso sia soltanto il prodotto di una naturale evoluzione storica. Vuol dire invece che la rivelazione cristiana si è rivestita di forme storiche per operare e per rendersi accessibile all'umanità che vive nella storia (1). Chiunque faccia del Cristianesimo una realtà estranea alla storia, un'evasione dal mondo storico per affermarne meglio la trascendenza e la perfezione -· ed il tentativo sì è verificato più volte nel corso dei secoli ed ha ancor oggi un illustre rappresentante nel teologo tedesco Karl Barth - cade in una concezione pessimistica, spregiatrice dello sforzo umano, cosa' che è senza dubbio contraria allo spirito originario del Cristianesimo. Invece si deve constatare che la straordinaria forza espansiva e la capacità di conquista proprie del Cristianesimo si spiegano anche tenendo presente la coscienza della storia che esso ebbe, la stima che ne faceva; poiché credeva nella storia, agiva in essa, ma vi credeva perché sapeva che vi è una serie di azioni divine che si manifestano nella storia, ciascuna delle quali costituisce una tappa nella realizzazione del piano provvidenziale entro il quale tutti i tempi e le forze storiche rientrano occupandovi un posto (2). · Già nell'Ebraismo vi era stata un'accentuazione del significato della storia, almeno in quella parte dell'Ebraismo rappresentata dalla tradizione profetica ed apocalittica, distinta dal ritualismo legale che forma l'altro elemento fondamentale della religione giudaica. Tale attribuzione di un posto di primo ordine alla storia derivava dal fatto che gli Ebrei riconoscevano nella storia la presenza di un finalismo morale ed interpretavano gli avvenimenti come manifestazione della volontà divina, anzi vivevano nel!' attesa del Messia trionfatore che avrebbe illustrato la storia ebraica e giustificate tutte le fasi precedenti e le alterne vicende di quel popolo. L'unico Dio aveva prescelto Israele tra tutte le genti e ne guidava la storia fortiter suaviterque disponens omnia a fine ttSque ad finem, come si esprime il Salmista (3). Dalla matrice giudaica sgorgò il Cristianesimo ed insegnò che con Gesù era penetrato nel genere umano e nel mondo della natura un nuovo principio di vita divina mediante il quale l'umanità era innalzata ad una sfera superiore. Cristo è il capo di questa umanità rigenerata, il primogenito della nuova creazione, e la vita storica successiva consiste nell' esten sione progressiva dei benefici della, venuta del Cristo grazie alla graduale immissione dell'umanità in questa unità più alta. Perciò l'assoluto ed il finito, l'eterno e il temporale, Dio e il mondo non vennero più concepiti ( I) N. PETR"UZZELLIS, Il valore della storia, Roma, 1939, pp. 244-48. (2) J. DAN!ELOU, Diolog11es, Paris, 1948, cap. III. (3) C. DAWSON, Progreuo e religione, Milano, 1948, trad.· ital., cap. VII.
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