Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

11 MICHELE PELLEGRINO La nostra g101a,così Cipriano ai fratelli abbattuti dal flagello della peste, « consiste nel vedere Cristo, né vi può essere gioia se non nel vedere Cristo» (De mortai., 5, vers. Colombo,« Cor. PP. Sales.>>,Ser. Lat., voi. II, con ritocchi). I cristiani « esultano sempre nel Signore e si rallegrano e godono nel loro Dio, mirando ai beni e alla prosperità avvenire » ( Ad Demetr., 20). In nessun documento, crediamo, del primitivo cristianesimo, la mistica esultanza dell'anima nel suo Dio s'è espressa con tanta vivezza come nelle citate Odi di Salomone: « Mia gioia egli è, il Signore, ed il mio slancio verso di lui, questa mia strada è bella» (7, 2, p. 157). « Aprite, aprite i vostri cuori alla gioia del Signore, e cresca il vostro amore dal cuore su alle labbra» (8, 1-2, p. 164). « Il mio viso ha accolto la (sua) rugiada e s'è allietato il mio alito alla brezza dolce del Signore» (11, 13, p. 175). « Come il sole è la gioia di quei che invocano il suo giorno, così la mia gioia è il Signore. Perché egli è il mio sole: i raggi di lui m'han fatto sorgere e la, sua luce ha dissipata ogni tenebra dal mio viso » ( 15, 1-2, p. 183). « Una tazza di latte mi fu porta e l'ho bevuta nella dolcezza della soavità del Signore» (19, 1, p. 199). « Vieni al giardino e fatti una ghirlanda dell'albero suo, e gioisci. Reclina sulla sua dolcezza e andrà innanzi a te la sua gloria e parteciperai della soavità e della benignità di lui » (20, 7-9, p. 205). « Il mio cuore traboccò: e risall alla mia bocca ed apparve sulle mie labbra ,· e sul mio viso crebbe, il gaudio del Signore e la sua lode» (21, 7, p. 207). « I beati hanno la gioia dal loro cuore, e la luce da quei che inabita in essi» (32, !, p. 241). « E s'allieta il mio viso della gioia di lui, e gioisce il mio spirito del suo amore: e l'anima mia di lui s'irraggia» (40, 6, p. 257). « Uniamoci dunque tutti assieme nel nome del Signore, e diamogli onore per la sua bontà. Risplenda il viso nostro della sua luce e mediti il nostro cuore l'amor suo la notte ed il giorno». E risponde la comunità: « Tripudiamo del trifudio del Signore» (42, 5-7, p. 260). Ma sarebbe errore ravvisare in questo primato di Dio come autore e oggetto del gaudio più puro un angelismo sprezzante delle cose terrestri.

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