ORIGINE DELL'UOMO E STORIA DELL'UMANITÀ 337 e dell'avvenire dell'umanità, che passata attraverso civiltà maturate velocemente nel progresso civile e nel pensiero, avevano dato tutto quanto l'intelligenza umana può dare, lasciandp il palato asciutto e la bocca amara, con il desiderio di qualcosa di superiore e di diverso. Superiore e diverso si presentava il Cristianesimo: superiore perché era una religione che veniva da Dio direttamente e al contatto diretto di Dio portava per le sue origini soprannaturali; divet'So dalla mentalità greco-romana, essendo stato filtrato per entro la mentalità semitica che ne era stata la prima depositaria. Così Dio affidò il suo messaggio e il compito di preparare la redenzione dell'umanità al popolo Ebreo e per ciò fare dovette attendere che attraverso un tirocinio di millenni l'umanità rifacesse a poco a poco in su la strada che aveva disceso per propria colpa nella ribellione e nel suo -0rgoglio contro il suo Creatore. E se a noi pare che Dio troppo abbia tardato a intervenire in favore dell'umanità (ma che sono poi i 600.000 o mettiamo pure un milione d'anni della vita dell'uomo di fronte ai 700 o 800 milioni della vita sulla terra e i 2000 milioni di esistenza della terra stessa?), dobbiamo pensare che il Messia doveva venire nella pienezza dei tempi. Se lunga era stata l'attesa, lungo pure sarebbe, dopo, il periodo <lella realizzazione dell'opera divina. In quei millenni e nell'oscuramento che ne seguì dell'idea religiosa e nélla degenerazione conseguente, che fece scendere l'umanità verso le esperienze più basse della sua natura, questa umanità doveva rendersi conto della propria miseria e dell'irreparabile errore d'essersi allontanata da Dio, per cui quest'essere doveva presentarlesi come un bisogno imprescindibile della sua natura e come un ideale da doversi nuovamente raggiungere. Quàndo e come l'umanità abbia ripreso la sua lenta ascesa non sappiamo, ma la Scrittura forse vi accenna con la notizia di Genesi, 4, 26: « A quel tempo (tempo-di Enos figlio di Seth) gli uomini cominciarono a invocare il nome del Signore». E terminiamo le nostre riflessioni, che potranno apparire oziose, con una similitudine. Un viaggiatore si propone di andare per il mondo affine -di conosce.re paesi e civiltà. Si prefigge una meta, traccia un percorso e parte. A mano a mano che procede stende il diario del suo viaggio, traccia disegni di paesaggi e di monumenti, descrive scene, segna i suoi incontri: i paesi visitati, i personaggi conosciuti, gli usi e i costumi dei popoli che attraversa. Ne risulta una relazione documentata, interessante, vivida. Chi la legge, vedendo che l'autore descrive una porzione sola del mondo abbastanza ristretta, avrebbe forse ragione di criticarlo e di lamentarsi che non descriva pure gli altri paesi e altri popoli lontani? No certamente; la pretesa sarebbe ingiustificata e irragionevole. Leggendo il Milione di Marco Polo, che descrive il suo viaggio al Catai, non possiamo pretendere di trovarvi la descrizione' delle Americhe o dell'Oceania. · Orbene la Bibbia è per noi un'opera analoga. Essa contiene la descrizione della via seguita dalla Provvidenza nel suo viaggio per venire alla
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