GIORGIO O.STELLINO vera ragione dell'agire di Dio rimane nascosta, nell'impenetrabile mistero della divina volontà. Ma ammesso il mistero, quello stesso che avvolge il destino dei singoli individui, si può cercare di fissare lo sguardo nella tenebra per coglierne, se ci riesce, qualche barlume. Dio avendo deciso di redimere l'umanità con un piano d'azione che la preparasse alla lontana, preferì di servirsi per questo scopo di un popolo particolare. Qualunque popolo avesse scelto, tutti gli altri rimanevano naturalmente esclusi, dandoci il diritto di riprendere la domanda da capo: Perché quella scelta? E allora domandiamoci: Perché avrà scelto il popolo ebreo come strumento della redenzione umana? . Noi crediamo di vedere in ciò una ragione analoga a quella della scelta degli Apostoli tra poveri pescatori della Galilea. Invece di scegliere persone istruite, capaci, di importanza e imponenti, ha scelto degli individui appartenenti agli strati bassi della società, perché meglio rifulgesse l'opera di Dio e il successo di essa non potesse essere ascritto all'elemento umano. Inoltre perché in quelle classi sociali poteva trovare individui dall'anima semplice, non sofisticati da una cultura puramente umana o da una civiltà che li rendesse incapaci di accogliere il messaggio evangelico in tuttaala sua freschezza. Così ha scelto nell'antichità, come vettore dell'idea messianica, come preparazione alla redenzione, non qualcuno dei popoli più importanti dell'antichità, non il forte Assiro, o il colto Babilonese, o il raffinato Egizio, popoli che per primi avevano fatto sorgere la civiltà sulla faccia della terra, ma tra quelli che erano venuti a trovarsi nel!' area della prima civiltà, scelse il popolo d' Israele, più indietro nella cultyra materiale, non legato da tradizioni antiche riconosciute, troppo difficili a sradicare, meno teso al perseguimento di un progresso industriale o materiale, non invischiato in forme di paganesimo troppo lontano dal concetto monoteistico, con forme di culto licenziose che ne avessero guastato l'animo facendolo affondare nella corruzione. Staccato dalla preoccupazione del progresso civile, perseguito come propria attività specifica, ma godendo, almeno in parte, quanto di esso era necessario alla vita, nella impossibilità di imporre al mondo la propria potenza nella creazione di un impero con la coercizione che veniva dalla forza bruta (come erano essenzialmente gli imperi antichi), il popolo di Israele poteva dedicarsi liberamente a quel compito essenzialmente religioso che Dio gli assegnava e per il quale le sue caratteristiche positive e negative, a nostro modb di vedere, lo rendevano più atto. Infatti codesto popolo non brillò nel mondo per alcuna superiorità di arte (eccetto quella della parola, troppo indispensabile per un messaggio che doveva eternarsi nei secoli) o di pensiero umano o di progresso civile, ma unicamente per superiorità di pensiero e di vita religiosa. Ai tempi gel Nuovo Testamento il Cristianesimo si diffonde nel mondo greco-romano più facilmente, perché era quella la via della vita
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