Quaderni di Roma - anno II - n. 5-6 - set.-dic. 1948

NOTE DI CRONACA 449 Sovieti. Il governo di Mosca, fondandosi su questa Oslo che un'adesione al sistema atlantico sarebbe un atto ostile. Il monito,. peraltro, non valse a direttamente con l'Unione dei contiguità, ha fatto sapere ad stata considerata dalla Russia trattenere la Norvegia. Assai più interessante è il « nuovo corso » della politica sovietica annunziato dai mutamenti nelle alte cariche governative e politiche di Mosca. La sostituzione di Molotof, in particolare, è apparsa al mondo occidentale la premessa di un adeguamento alla situazione nuova creata dal!' alleanza occidentale. La cosiddetta guerra fredda di cui Molotof poteva considerarsi il grande stratega è non soltanto fallita ma ha avuto risultati opposti a quelli sperati. Gli anglo-sassoni e i loro alleati hanno resistito al!'offensiva psicologica e hanno reagito con energia : innanzi a questa risolutezza o bisognava passare alla « guerra calda » o invece « dichiarare la pace». Per buona ventura si è scelta la seconda via: una serie di contatti ufficiosi stabiliti a New York per iniziativa sovietica ha portato all'accordo sullo sblocco simultaneo di Berlino e della Germania orientale e alla convocazione per la fine di maggio di una conferenza dei quattro ministri degli esteri che dovrà riprendere l'esame dell'intero problema germanico per giungere ad una intesa che restituisca al Paese tedesco l'unità e l'indipendenza. I comunisti di tutti i paesi, com'è di rigore, hanno considerato queste intese preliminari un trionfo sovietico; ma tutti sanno che l'accordo sull'unione germanica non fu possibile nei precedenti incontri dei quattro per l'opposto concetto della democrazia che i ministri avevano : per i russi democratizzare la Germania significava praticamente abbandonare il centro dell'Europa all'influsso comunista, se non diretto almeno indiretto. Non era il modo migliore per affermare le proprie esigenze; né il blocco di Berlino e la tensione pericolosa che ne seguì l'estate scorsa erano· fatti per rendere convincente l'argomentazione del governo di Mosca. Al blocco, gli alleati occidentali risposero col corridoio aereo, col controblocco della zona sovietica, con l'organizzazione dello Stato tedesco occidentale e infine col Patto Atlantico. Le diverse proposte russe di riprendere i negoziati sulla base degli accordi di Potsdam in cambio della successiva rinuncia al blocco fu respinta. Ora la diplomazia sovietica rinunzia alla pregiudiziale e accoglie le tesi anglo-sassoni: prima, abolizione del blocco, poi, trattative. La vittoria, se c'è, è dello spirito di moderazione. E non saremo' noi a rammaricarcene. :I': indubbio, come abbiamo detto poco fà, che il nuovo atteggiamento so• vietico sia in diretto rapporto col Patto Atlantico: si vuol dimostrare che l'alleanza occidentale è inutile perché l'unione dei Sovieti non minaccia la pace : questa posizione può facilitare la propaganda contro il Patto dei partiti. comunisti; ma è molto probabile che risponda anche al!'esigenza di attenuare una tensione che a lungo andare diventava insostenibile. Comunque gli occidentali non rinunziano ad organizzare lo Stato tedesco dell'Ovest. A Bonn, dopo laboriose e1 talvolta, agitate polemiche, i rappresentanti dei Laender tedeschi hanno approvato una Costituzione che ricalca in parte quella di Weimar. Bonn stessa è stata proclamata capitale dello Stato occidentale: sono fatti i quali dimostrano che se gli Stati occidentali desiderano un accordo e accettano nuovi negoziati, non lo fanno per raggiungere un' intesa purchessia, ad ogni costo. Speriamo che su queste premesse sia possibile intendersi senza sottintesi per la riunificazione della Germania in una cornice di effettiva autonomia. Fallita la speranza di una sicurezza collettiva, riaffermato il principio del!'equilibrio e delle alleanze, è augurabile che tra i due blocchi si formi una specie di « terza forza » equilibratrice.

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