NOTE DI CRONACA 445 Dando ora un rapido sguardo ai vari paesi dell'Europa centro-occidentale, non troviamo in questi ultimi mesi avvenimenti religiosi degni di particolare rilievo. In Germania la crisi politica ed economica dà un senso universale di disagio e di scoraggiamento, unito ad una profonda sfiducia verso i « liberatori », che si sono tenuti superbamente lontani dall'anima del popolo tedesco. Si capisce che ne risenta anche il fattore religioso, sia fra cattolici che fra protestanti; ma per reazione nei migliori, nei più forti si fa strada sempre più la convinzione che solo il cristianesimo può salvare la Germania. Nei paesi occidentali si nota senza dubbio un vivace rifiorire di religiosità, si moltiplicano i congressi e le cerimonie, le riviste ed i libri; ma anche la rinascita di cultura religiosa che si nota in taluni paesi (Francia, Spagna....) è in parte solo apparente, la quantità essendo a scapito del valore reale. In Italia si sono avute esplosioni di fervore religioso insospettato, anche in regioni che si credevano ormai quasi perdute per la Chiesa. Ma nello stesso tempo si intensifica la lotta antireligiosa (tale è per tanta parte anche la battaglia che si muove alla Chiesa sotto la bandiera dell'anticlericalismo politico). Il comunismo si mostra più scopertamente anticristiano ed i protestanti intensificano la propaganda, soprattutto nell'Italia meridionale: ciò conferma il loro piano (di cui parlammo a proposito dell'America Latina) di infiltrarsi dove il cattolicesimo è più tradizionalmente vissuto che consapevolmente militante. Nello stesso tempo non mancano nell'Italia meridionale sintomi di risveglio religioso, di presenza della Chiesa nella realtà di oggi: dopo la settimana sociale di Napoli del settembre 1947, che ha felicemente impostato la soluzione dei problemi agricoli soprattutto del Mezzogiorno secondo la dottrina sociale e cristiana, avemmo lo scorso anno la robusta pastorale dei Vescovi dell'Italia meridionale sulla questione sociale. Nel clero italiano, secondo giudizi di persone e di riviste qualificate, si notano ancora segni di disorientamento, che lo portano talora altresì ad eccessivo interessamento degli aspetti politici anche dei problemi religiosi; ma si va facendo sempre più strada, nei migliori elementi, una più acuita sensibilità per i bisogni delle anime nel tempo nostro. Ne è prova un recentissimo convegno nazionale di sacerdoti, indetto a Roma dal Comitato per la preparazione spirituale dell'Anno Santo: convegno da cui è stato bandito tutto ciò che sa di accademia e si sono prospettati realisticamente i problemi spirituali d'oggi del clero e dei fedelì. Rimandando al prossimo numero uno sguardo sulla vita religiosa nelle Americhe, ci sia permesso ritornare per un istante su uno sterminato paese in profondo travaglio anche religioso, l'India. Al primo aspetto parrebbe che la mentalità ed i costumi europei si impongano oggi sull'India, su tutta l'India: stampa, letteratura, cinematografo, tecnica sembrano aver cambiata la f acieJ plurimillenaria dell'India ieratica e contemplativa, ma è un errore: al disotto delle apparenze rimane profonda, indistruttibile l'anima indiana; rimarrebbe anche se le strutture sociali venissero a poco a poco sostanzialmente modificate. Un vecchio ed intelligente missionario ci diceva che è un errore presentare agli indiani il Vangelo legato agli schemi qelle categorie di Aristotele; era questa, evidentemente, anche l'idea del Padre De Nobili, fattosi bramino per predicare
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